AFRICA/CONGO RD - Migliaia di civili in fuga: “Il dramma del nord Kivu interpella la comunità internazionale” afferma il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Cardinale Martino

venerdì, 31 ottobre 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)- Migliaia di persone in fuga (secondo l'ONU sarebbero circa 40mila) dal nord Kivu (est della Repubblica Democratica del Congo) si stanno riversando nei vicini Rwanda e Uganda, mentre il leader ribelle Laurent Nkunda ha instaurato un cessate-il- fuoco unilaterale. Il capoluogo, Goma, è ancora in mano governativa, ma i guerriglieri di Nkunda si sono attestati alle sue porte.
In città si sono riversati migliaia di profughi, costretti ad abbandonare i campi per rifugiati, mentre secondo quanto denunciato anche dall'ONU, i soldati governativi si sono abbandonati a saccheggi contro la popolazione civile. A Bukavu, capoluogo del sud Kivu, cresce la tensione mentre anche lì si riversano una parte dei profughi in fuga dal nord Kivu. Fonti della Chiesa locale riferiscono all'Agenzia Fides che il 29 ottobre, anniversario della morte di Mons. Christophe Munzihirwa, Arcivescovo di Bukavu, assassinato nel 1996, “migliaia di persone sono scese per le strade per protestare contro la guerra e il tentativo di balcanizzazione del Congo, ma anche per sostenere il programma Amani”, il programma previsto dall'accordo di Goma del gennaio 2008, firmato anche da Nkunda, volto a riportare la pace attraverso il dialogo tra tutte le parti coinvolte nel conflitto.
La comunità internazionale appare impotente: i 17mila Caschi Blu della Missione dell'ONU in Congo (MONUC) non sono riusciti a fermare l'ennesimo dramma congolese. Una situazione che è stata denunciata da Sua Eminenza il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che in una dichiarazione inviata anche all'Agenzia Fides afferma che “il mondo non può continuare a guardare senza reagire la morte di innocenti vittime di atti di violenza e di barbarie, né disinteressarsi della sorte di decine di migliaia di sfollati che fuggono la guerra e sono esposti alle intemperie, alle malattie e alla fame”. “Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace- continua la nota- si rivolge alle parti in conflitto affinché rinuncino alla logica del confronto e delle armi, scelgano il dialogo e le negoziazioni e che, in un sussulto di umanità, mettano il bene comune al di sopra di interessi egoistici e partigiani. Nel medesimo tempo il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace interpella la comunità internazionale perché intervenga con tutto il suo peso nella risoluzione del conflitto in atto, vegliando in particolar modo sul rispetto, da parte dei belligeranti, dei diversi accordi di pace che hanno sottoscritto. Infine, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sottolinea l’importanza di una soluzione della crisi che tenga in debita considerazione le preoccupazioni per la pace e la sicurezza di tutti i Paesi e gli abitanti della Regione dei Grandi Laghi d’Africa, poiché non ci può essere pace se non globale, fondata sul dialogo e la riconciliazione, condizioni indispensabili per la stabilità e lo sviluppo solidale”.
L'Unione Europea sta prendendo in considerazione l'invio di una missione militare per proteggere la popolazione civile, mentre gli Stati Uniti chiedono l'avvio di negoziati per porre fine alle ostilità. Nel frattempo però il governo di Kinshasa sembra prendere in considerazione di chiedere aiuto all'Angola, le cui truppe sono intervenute in Congo nella guerra del 1998-2003. (L.M.) (Agenzia Fides 31/10/2008 righe 39 parole 528)


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