EUROPA/SPAGNA - Manifesto di un gruppo di Professori universitari in difesa della morte naturale, contro le pressioni a favore dell'eutanasia

lunedì, 27 ottobre 2008

Madrid (Agenzia Fides) - "Davanti alle intense pressioni che si esercitano sull'opinione pubblica spagnola, per indurla a consentire la legalizzazione del suicidio assistito e dell'eutanasia, è necessario difendere la dignità della morte naturale come termine di ogni vita umana". Con queste parole comincia il manifesto firmato da un gruppo di Professori universitari spagnoli che si sono uniti in difesa della dignità della morte naturale.
Oggi, lunedì 27 ottobre, nel corso di una conferenza stampa convocata a Madrid, verrà data lettura del comunicato dei Professori universitari nel quale ricordano che "la vita dell'essere umano è inviolabile, per la sua dignità intrinseca, che non può essere soggetta a limitazioni, poiché è universale, indipendente dalla situazione di età, salute o autonomia che si determini". Questa dignità, affermano "implica il diritto irrinunciabile di tutti alla vita, essendo dovere ineludibile dello Stato proteggerla e curarla, perfino quando la persona stessa sembra non darle valore". Anche in adempimento di questo dovere, gli Stati più responsabili "riconoscono il diritto di ogni persona alle cure più avanzate nel campo della salute, e perciò risulta contraddittorio accettare e promuovere deliberatamente la fine della vita di quanti possono giungere a situazioni di debolezza, dipendenza da altri o a malattie terminali".
"L'eutanasia - continua il comunicato - intesa come atto deliberato di mettere fine alla vita di una persona, sia dietro propria richiesta o per decisione di terzi, ed il suicidio assistito, sono eticamente e moralmente riprovevoli". L'alternativa all'eutanasia deve essere la promozione delle cure palliative, che sfruttino “le conoscenze specializzate e i progressi nelle cure mediche e psicologiche, come il sostegno affettivo e spirituale adeguato per la fase terminale" afferma il manifesto.
"La scienza e la pratica medica hanno sempre più strumenti migliori per agire e per discernere; reclamare che si impieghino a beneficio della vita umana è un diritto di tutti", continua il testo. Infine si lancia un appello a tutti i cittadini, e specialmente ai poteri pubblici, affinché si riconosca la dignità della morte naturale. "Una società che accetta di mettere termine alla vita di alcune persone a motivo della precarietà della loro salute attraverso l’intervento di terzi, infligge a sé stessa l'offesa che suppone di considerare indegna la vita di alcune persone malate o gravemente diminuite nelle loro capacità", concludono i professori. (RG) (Agenzia Fides 27/10/2008)


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