EUROPA/SPAGNA - I Vescovi dell'Estremadura affermano che la materia di Educazione per la Cittadinanza "è contraria alla Dottrina Sociale della Chiesa ed al diritto dei genitori di educare i figli secondo le loro convinzioni morali"

venerdì, 24 ottobre 2008

Badajoz (Agenzia Fides) - I Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Merida-Badajoz, riuniti in sessione ordinaria, il 21 ottobre, nella città di Badajoz, hanno pubblicato alla fine dei lavori una riflessione sulla situazione dell'insegnamento in Estremadura, specialmente per quanto si riferisce all’insegnamento della Religione Cattolica e alla materia di “Educazione per la Cittadinanza”. Il testo è firmato da Mons. Santiago García Aracil, Arcivescovo di Merida-Badajoz, Mons. Amadeo Rodríguez Magro, Vescovo di Piacenza e da Mons. Francisco Cerro Chávez, Vescovo di Coria-Caceres.
Rispetto all’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole, i Vescovi si mostrano preoccupati per "l'assenza di alternativa a questa materia nei Licei, il che sta provocando l’assegnazione di un orario marginale da parte dei centri scolastici, e gli alunni devono quindi optare tra andare a lezione oppure andare a casa". I Vescovi hanno chiesto alle autorità di "tenere conto dell'importanza della materia di Religione, per l'educazione integrale dei nostri bambini ed adolescenti".
Rispetto alla materia obbligatoria di Educazione per la Cittadinanza, passato già un anno dalla sua introduzione in Estremadura, i Vescovi offrono alcuni criteri importanti al riguardo. Manifestano in primo luogo la loro approvazione che "ci sia nella Scuola una vera ed accurata educazione civica che abbia come basi le norme di convivenza, l'ordinamento costituzionale e le dichiarazioni universali dei diritti umani". E la Chiesa cattolica in Estremadura si offre di collaborare in questo impegno sociale. Ma contemporaneamente ricordano che "la formazione della coscienza morale è competenza esclusiva dei genitori e, pertanto, il carattere obbligatorio della materia sta ledendo i diritti di questi".
Davanti a questa situazione, i Vescovi della Provincia ricordano ai genitori cattolici che essi "hanno il dovere di porsi responsabilmente davanti a questa materia scolastica e, se lo considerano necessario, di difendere la libertà di coscienza e di insegnamento". Per questo scopo, spiegano, "esistono mezzi legittimi, tra cui l'obiezione di coscienza".
Con queste raccomandazioni, i Vescovi non vogliono incoraggiare “l'inadempimento di una legge", ma non possono in coscienza, secondo quanto manifestano nel testo, mancare al loro dovere di notare che tale materia "è contraria alla Dottrina Sociale della Chiesa e, a nostro giudizio, è anche contraria al diritto dei genitori di educare i figli secondo le loro convinzioni morali”.
I Vescovi concludono la Nota unendosi a tutti quelli che considerano che "la materia di Educazione per la Cittadinanza, finché mantiene gli attuali contenuti, dovrebbe essere di carattere opzionale e non obbligatoria come appare nell'attuale legge dell’educazione". (RG) (Agenzia Fides 24/10/2008)


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