EUROPA/ITALIA - La necessità dell’impegno di tutti i paesi europei contro la tratta degli esseri umani ribadita di recente dal Convegno “Liberiamo le donne dalla tratta”

martedì, 16 settembre 2008

Verona (Agenzia Fides) - Una problematica complessa come quella della tratta delle donne e degli esseri umani non può essere affrontata in maniera frammentaria e parziale, ma necessita di un accordo a livello europeo, che comprenda la partecipazione e le giuste azioni nei paesi di origine, di passaggio, e di destinazione delle schiave. Occorre la massima organizzazione fra i paesi, per intervenire nella protezione, nella repressione e nella azione giudiziaria più avanzata; occorrono progetti e metodi per individuare i gruppi criminali fin dai paesi di origine. E’ quanto si richiede nel manifesto, indirizzato al Parlamento Europeo, ai Governi, alle istituzioni sociali ed ecclesiali, redatto al termine della Conferenza Europea dal titolo “Liberiamo le donne dalla tratta”, organizzata recentemente a Verona (dal 3 al 7 settembre) dall’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc).
L’Umofc è una realtà fondata nel 1910, con l’intento di promuovere la disponibilità e la partecipazione delle donne alla vita della Chiesa cattolica e di favorire la crescita di tutte le donne nella società. L’Umofc è non solo una organizzazione internazionale cattolica, ma anche una Ong, il cui statuto è depositato presso le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa, l’Unesco e la Fao. Vi aderiscono circa 100 organizzazioni di tutti i continenti, per un totale di circa 5 milioni di donne.
La Conferenza di Verona è stata occasione per porre l’accento su una questione che, in Europa, deve essere considerata di fondamentale importanza: quella della tratta delle schiave. Un fenomeno tristemente diffuso, a livello transnazionale ed internazionale, che colpisce ogni anno tra le 700 mila e i 2 milioni di persone nel mondo. Una piaga che si lega, sempre più spesso, ad altri crimini, quali il traffico di sostanze illecite e di esseri umani. Un circolo vizioso al quale molte donne arrivano a causa della povertà, della mancanza di mezzi e di opportunità, spinte dal sogno e dal desiderio di una vita migliore, più dignitosa.
I cinque giorni di Verona hanno offerto la possibilità di riflettere su questa problematica e di verificare le iniziative europee a proposito; negli interventi succedutisi si è dato spazio a comprendere la situazione della tratta e le legislazioni vigenti in Europa, le cause della tratta dei paesi di origine, di transito e di arrivo, il contributo della Dottrina sociale della Chiesa per quanto concerne il servizio alla persona umana; ci si è, infine, interrogati sulla presenza e sulle sfide che l’Umofc deve affrontare in Europa, culla della Dichiarazione dei diritti umani. A questo proposito, il momento più significativo della Conferenza è stata la Tavola Rotonda, svoltasi nella giornata conclusiva, in occasione della quale è stato presentato un manifesto, indirizzato al Parlamento Europeo, ai Governi, alle istituzioni sociali ed ecclesiali.
Europa come punto di origine della missione, ha ribadito Maria Giovanna Ruggeri, vice Presidente Umofc per l’Europa, durante la tavola rotonda. “Quando diciamo che l’Europa è multiculturale, multietnica, multireligiosa a questo punto non dobbiamo spaventarci, ma anzi accogliere la nostra vocazione proprio qui dove il Signore ci chiama a vivere”. Le partecipanti alla Conferenza hanno, inoltre, chiesto al Parlamento Europeo, tramite il manifesto, un’attenzione perché le bambine possano ricevere l’istruzione necessaria per diventare donne adulte, la possibilità per ogni donna di godere dei suoi diritti fondamentali e di essere rispettata come persona umana, la libertà da ogni forma di dominazione degli uomini verso le donne, l’impegno contro la tratta di tutti i paesi europei, e di quanti vogliono entrare a far parte dell’Unione Europea. (P.C.) (Agenzia Fides 16/9/2008)


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