EUROPA/SPAGNA - Grande mobilitazione contro l’ampliamento della legge sull’aborto: “voler accecare per legge la coscienza collettiva sarebbe una retrocessione con danni incalcolabili in termini di perdita di vite umane”

martedì, 9 settembre 2008

Madrid (Agenzia Fides) – “Dal governo ci dicono che vogliono promulgare ‘la migliore legge sull’aborto possibile’. È una presa in giro. In questo momento ogni persona di cultura media sa che un aborto volontario è un omicidio premeditato e perfido. Abortire non è, come dicono ipocritamente, ‘interrompere una gravidanza’. Abortire volontariamente è distruggere violentemente una vita umana nel seno materno. E questo è ciò che adesso i nostri governanti vogliono facilitare alle donne spagnole. Vogliono dare loro agevolazioni affinché uccidano o facciano uccidere i loro figli”. È quanto afferma Sua Ecc. Mons. Fernando Sebastián Aguilar, Arcivescovo emerito di Pamplona, in un articolo pubblicato dopo l’annuncio di una legge sull’aborto in Spagna che lo renderà ancora più facile.
Infatti la settimana scorsa il Ministro dell’Uguaglianza ha annunciato una nuova legge che permetterebbe di abortire liberamente durante le 12, 14 o 16 prime settimane di gravidanza. “È un progresso concedere agevolazioni per uccidere esseri umani innocenti nelle condizioni di maggiore debolezza, per decisione della loro madre e con la complicità dei professionisti della salute e della vita?” si domanda Mons. Sebastián Aguilar. “Molti spagnoli non vogliono quel falso progresso...”. Per l’Arcivescovo “la lotta contro l’aborto bisogna avviarla sin dall’educazione sessuale, umana e morale degli adolescenti e dall’educazione alla castità dei giovani”. D’altra parte, è necessario “il sostegno forte alle madri, alle adolescenti e alle donne in difficoltà per via di una gravidanza ‘inopportuna’”. Questa è la via del “progresso, questo è il cammino verso la dignificazione della donna e l’esaltazione della vita. Tutto il resto è egoismo, disumanità, corruzione, nichilismo”.
L’Arcivescovo conclude il suo articolo con un forte appello a “non essere complici di questo massacro silenzioso, ipocrita e crudele, di centomila aborti annuali. Il permissivismo nei confronti dell’aborto sta facendo di noi una nazione degradata e corrotta. Non possiamo essere complici in questa corsa verso la distruzione morale della Spagna e degli spagnoli”.
A seguito di questo appello, numerosi movimenti ed associazioni pro-vita si sono mobilitate e hanno rilasciato dichiarazioni. Il direttore della Fondazione Vita, Manuel Cruz, ha criticato duramente il comitato di esperti proposto dal Ministero dell’Uguaglianza per modificare la Legge sull’aborto in quanto ad esso apparterrebbero soltanto esponenti a favore dell’aborto.
Il Forum Spagnolo della Famiglia ha diffuso una Nota nella quale considera che questa è una questione essenziale per i diritti umani, dove è in gioco il diritto costituzionale alla vita ed il diritto della donna a non essere abbandonata davanti ai suoi problemi; pertanto non è una questione di esperti, bensì una decisione politica sul rispetto del diritto alla vita o meno. Il suo Presidente, Benigno Blanco, ha segnalato che “la commissione designata è assolutamente parziale e rappresenta una pura scusa per mascherare la volontà reale del Governo di liberalizzare l’aborto in modo assoluto”.
Per Alicia Latorre, Presidentessa della Federazione di Associazioni Pro-vita, “lasciare alla libera scelta della donna il porre fine alla vita di suo figlio costituisce un’offesa grande contro il diritto alla vita e contro la stessa donna. È una tirannia verso la donna, un ridicolizzare la legge e alcuni principi morali basilari che tutti portano scritti nel proprio cuore”. Inoltre, rileva che “il volere accecare per legge la coscienza collettiva sarebbe una retrocessione con danni incalcolabili in termini di perdita di vite umane”.
Il Presidente di HazteOir, Ignacio Arsuaga, ha annunciato che sta preparando “una grande mobilitazione sociale” contro l’ampliamento della legge sull’aborto e allo stesso tempo ha criticato il governo che “gioca con il diritto alla vita dei più deboli per dissimulare la spaventosa crisi economica che stanno subendo gli spagnoli”. La portavoce di ‘Hay Alternativas’, dottoressa Gádor Joya, ha affermato che “la società non sta chiedendo una nuova legge sull’aborto bensì una politica di aiuto alla maternità e alle famiglie con figli”. (RG) (Agenzia Fides 9/9/2008)


Condividi: