AMERICA/CILE - Sostegno della Chiesa alla normativa sul riposo domenicale: “un progetto che garantisce il riposo domenicale rappresenta un contributo effettivo all’arricchimento della vita familiare”

venerdì, 1 agosto 2008

Valparaíso (Agenzia Fides) - Il Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Cile (CECh), D. Eugenio Díaz, ed il membro della medesima Commissione nonché Vicario per la Pastorale Sociale e dei lavoratori di Santiago, D. Rodrigo Tupper, in rappresentanza di Mons. Alejandro Goic Karmelic, Presidente della Conferenza Episcopale del Cile, hanno esposto davanti alla Commissione lavoro del Senato, l’insegnamento della Chiesa cattolica circa il riposo domenicale. Consultata l’opinione della Chiesa circa un’iniziativa del senatore Juan Pablo Letelier per modificare la normativa relativa al riposo domenicale, la Commissione Giustizia e Pace ha spiegato che la Chiesa promuove ed appoggia le misure orientate a rispettare il riposo della domenica, “a partire dalla considerazione di aspetti centrali della fede in Gesù Cristo che professa la maggioranza del popolo cileno, ed anche della valutazione della persona e della dignità del lavoro umano”. L'iniziativa del senatore Letelier mira a ripristinare l’obbligatorietà del riposo settimanale, salvo nei casi stabiliti dalla legge e quelli in cui si prestino servizi utili e necessari per la comunità.
In primo luogo è stato affermato che la domenica, Giorno del Signore, “costituisce il centro stesso della vita cristiana” e pertanto sarebbe “un errore vedere nella legislazione che rispetta il ritmo settimanale una semplice circostanza storica senza valore per la Chiesa che essa potrebbe tra l’altro abbandonare”. Al contrario, si tratta di un aspetto centrale per il vissuto religioso dei cristiani, per cui, anche da questa prospettiva, la Chiesa apprezza il fatto che questo giorno venga rispettato dalla legislazione”.
Inoltre “il rispetto del riposo domenicale contribuisce al riconoscimento della dignità del lavoro”. In tal senso i relatori hanno ricordato che “è un dovere etico che chiede a tutti di fare ogni possibile sforzo per superare le numerose situazioni in cui il lavoro è svolto in condizioni precarie, con inadeguati livelli di protezione e remunerazioni insufficienti per una degna sussistenza del lavoratore e della sua famiglia”.
Secondo i membri della Commissione Giustizia e Pace, attualmente esistono alcune tendenze culturali “che impongono forme di condotta che molte volte non fortificano la famiglia come nucleo fondamentale della società: individualismo, consumismo, edonismo, ecc.”. E si danno anche “caratteristiche strutturali della vita moderna che non favoriscono il riposo e la vita in famiglia: predominio di uno sguardo economicistico del lavoro, tempi di spostamento da casa al lavoro ogni volta maggiori, cambiamenti nelle forme di lavoro, modernizzazioni tecnologiche, competitività crescente”. Per queste ragioni, “il diritto al riposo è l’unico che può permettere, oltre al riposo stesso, uno sviluppo umano più ampio; è un elemento che non può essere assente tra le valutazioni di questo disegno di legge”.
“Il riposo è un diritto che lo Stato e la società devono garantire”, hanno continuato. Ricordando dunque la Dottrina Sociale della Chiesa hanno affermato che “le autorità pubbliche hanno il dovere di vigilare affinché i cittadini non si vedano privati, per motivi di produttività economica, di un tempo destinato al riposo ed al culto divino”.
“Riteniamo che un progetto che garantisca il riposo domenicale rappresenterà un contributo effettivo all’arricchimento della vita familiare, con tutti i benefici che ciò apporta ai suoi membri e alla società nel suo insieme. Non è possibile fortificare politiche pubbliche in favore della famiglia e non generare le condizioni materiali affinché la vita familiare possa essere condotta in buona forma”, hanno inoltre evidenziato.
Citando il Catechismo ed altri documenti del Magistero della Chiesa, i rappresentanti del Presidente della CECh hanno poi ricordato che il principio non consiste nel non lavorare il giorno di domenica, bensì nell’onorare il Signore, insieme alla famiglia e alla comunità. Ci sono coloro che non lavorano la domenica ma vivono lontano dall’onorare il Signore. Invece c’è chi, per diverse circostanze, deve lavorare alcune domeniche ed in un modo o in un altro gli deve essere permesso di compiere il suo dovere di onorare il Signore”.
“Nella misura in cui in Cile saremo più capaci di rispettare la domenica, staremo contribuendo ad umanizzare e ad arricchire lo sviluppo di tutti i suoi figli e le figlie nonché la nostra convivenza sociale” hanno concluso i rappresentanti del Presidente della Conferenza Episcopale del Cile. (RG) (Agenzia Fides 1/8/2008)


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