AFRICA/CIAD - Ansia a N'Djamena per la ripresa dell'offensiva dei ribelli

lunedì, 16 giugno 2008

N'Djamena (Agenzia Fides)- "E' la mancanza di informazioni precise e aggiornate a creare ansia e preoccupazione nella popolazione della città. Per il resto la situazione è relativamente tranquilla e non vi sono segnali esteriori di forti tensioni" dice all'Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale da N'Djamena, capitale del Ciad, dopo la ripresa di un'offensiva di ribelli nel nord del Paese.
"Nella memoria degli abitanti di N'Djamena è ancora vivo il ricordo dell'attacco ribelle del febbraio scorso con i combattimenti che si sono estesi a diversi quartieri della città" ricorda la fonte di Fides. "E' quindi comprensibile l'ansia che si è diffusa tra la popolazione quando si è avuta notizia di una ripresa delle ostilità dei ribelli. Nonostante la frammentarietà delle informazioni finora raccolte, penso che la presenza della Forza di Pace europea (EUROFOR) sia una garanzia che il caos non prevarrà" conclude la nostra fonte.
L'offensiva ribelle è scattata sabato 14 giugno, quando una colonna dell'Alleanza Nazionale (una formazione sotto la quale si sono uniti diversi gruppi di ribelli) ha attaccato ed occupato per qualche ora la località di Goz Beida (nell'est del Paese a 75 chilometri dalla frontiera con il Sudan), per poi conquistare la cittadina di Am-Dam, a 110 chilometri a nord-ovest dalla precedente. "Il nostro obbiettivo è N'Djamena" hanno annunciato i ribelli, precisando che le città conquistate sono solo delle tappe verso la conquista della capitale, che dista circa 700 chilometri.
L'Alleanza Nazionale ha annunciato che lo scopo dell'offensiva è politico: "Vogliamo una conferenza nazionale con la partecipazione di tutti i partiti. Tutti dovranno avere la possibilità di parteciparvi, altrimenti nessuno potrà governare il Paese" ha affermato il generale Mahamat Nouri, leader dell'Alleanza Nazionale.
Nell'attacco ribelle di N’Djamena del 3-4 febbraio 2008 sono morte 160 persone e un migliaio sono rimaste ferite (vedi Fides 7/2/2008), mentre migliaia di abitanti della capitale ciadiana erano fuggiti nel confinante Camerun (vedi Fides 6/2/2008).
In Ciad l'Unione Europea ha dispiegato una forza di pace incaricata di proteggere i campi profughi e di rifugiati provenienti dal Darfur sudanese e dalle zone del Ciad rese insicure dalla guerriglia e dal banditismo. I ribelli dell'Alleanza Nazionale hanno dichiarato di apprezzare l'azione umanitaria dell'EUROFOR ma hanno ammonito la Francia a non immischiarsi nel conflitto, come è avvenuto nel febbraio scorso. In quell'occasione le truppe francesi, da decenni presenti nel Paese, avevano fornito un aiuto logistico e sanitario oltre ad un supporto di intelligence, all'esercito del Presidente Déby. La Francia, che deve anche affrontare la delicata crisi tra Eritrea e Gibuti (vedi Fides 12/6/2008 ), sembra voler gettare acqua sul fuoco. Il Ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, in visita in Costa d'Avorio, ha infatti dichiarato che Parigi "non è intervenuta e non interverrà più in Ciad", ed ha sottolineato che l'EUROFOR è comandata da un generale irlandese ed è composta da militari di 17 nazioni. Una presa di posizione che sembra segnare una rottura con il passato, affidando all'Unione Europea la responsabile di intervenire nelle crisi in aree che facevano parte tradizionalmente del "dominio riservato" della Francia. (L.M.) (Agenzia Fides 16/6/2008 righe 38 parole 521)


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