AMERICA/CILE - I Vescovi chiedono di continuare a lavorare per raggiungere un’educazione di qualità per tutti, in special modo per i più poveri

giovedì, 12 giugno 2008

Santiago del Cile (Agenzia Fides) - Il Comitato Permanente della Conferenza Episcopale del Cile ha pubblicato mercoledì 11 giugno una dichiarazione dal titolo “In questa ora storica”, nella quale guarda con speranza al futuro dell’educazione nel Paese, anche in virtù della discussione sul Disegno di Legge Generale sull'Educazione (LGE). La dichiarazione è stata resa nota dal Presidente della Conferenza Episcopale e Vescovo di Rancagua, Mons. Alejandro Goic, insieme al Vescovo di Chillán e Presidente dell’Area Educazione della CECh, Mons. Carlos Pellegrin.
I Vescovi ricordano l’accordo politico sull’educazione raggiunto un anno fa, il quale ha reso possibile questo Progetto, un accordo considerato “storico, senza precedenti”, che costituisce “un contributo nuovo e positivo che favorisce la comprensione e l’unità di cui ha tanto bisogno il Cile”. A tal proposito, i Vescovi rivolgono un appello a “valutare positivamente l’accordo raggiunto e a tentare di costruire ponti di dialogo affinché il Cile avanzi verso la grande meta” che è rappresentata da un’educazione di qualità per tutti, in special modo per i più poveri ed emarginati, per i quali saranno necessari “profondi cambiamenti legislativi e strutturali”.
I Pastori lamentano allo stesso tempo le difficoltà di fronte alle quali si trova comunque lo storico accordo raggiunto lo scorso anno e temono che possa correre il rischio di saltare. “I cittadini - continua il testo - particolarmente i più poveri, non comprendono questa ipotesi perché avevano riposto tutte le loro speranze in un accordo raggiunto grazie all’appoggio del governo e dei due grandi blocchi politici del Paese, i cui responsabili lo avevano presentato come la migliore scelta per migliorare l’educazione in Cile”.
I Vescovi ribadiscono nuovamente la visione trascendente dell’educazione, la quale “ha essenzialmente una finalità umanizzante” e, pertanto, è educazione genuina “quando umanizza e personalizza, affinché la persona umanizzi il mondo, produca cultura, trasformi la società e costruisca la storia”. In questo senso, “ogni educazione rappresenta un bene comune, tanto la pubblica quanto la privata, e dobbiamo sostenerla e al tempo stesso promuoverla con attenzione”. In questa situazione i Vescovi rivolgono un appello ai “costruttori della società” che hanno la vocazione al servizio pubblico, ai parlamentari, “a continuare a lavorare e a collaborare affinché l’accordo vada avanti per bene della Patria”. Ricordano quindi che “è necessario continuare a fare passi in avanti per raggiungere ciò che ancora manca in relazione al raggiungimento di una maggiore equità, migliori possibilità di vita e di lavoro per i professori, alla modernizzazione dell’insegnamento in tutte le sue dimensioni, per il bene del Cile”. (RG) (Agenzia Fides 12/6/2008)


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