EUROPA/ITALIA - Chiuso a Roma il Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare con forti stanziamenti per i problemi più urgenti, tuttavia molte questioni rimangono ancora aperte

venerdì, 6 giugno 2008

Roma (Agenzia Fides) - Si è chiuso il Vertice mondiale sull’alimentazione indetto dalla Fao a Roma, dal 3 al 5 giugno. E’ stato un summit difficile, che ha affrontato molti temi urgenti a livello planetario e  nel quale si sono confrontati impostazioni e interessi differenti. In tre giorni non si poteva arrivare a soluzioni chiare su ognuna delle questioni poste, mettere d’accordo 181 nazioni e 43 Capi di stato non era impresa semplice né scontata. Allo stesso tempo è oggi più chiaro quali siano  i problemi che maggiormente incombono sul futuro della comunità umana – a partire dalla grande maggioranza dei Paesi poveri e in via di sviluppo – e quindi quali le strade percorribili. Anche le resistenza sono emerse con chiarezza. La produzione di biocarburanti – cioè di combustibili non ricavati dal petrolio ma da cereali e altri prodotti agricoli – il protezionismo dell’occidente rispetto alle proprie produzioni agricole, il tema delle speculazioni finanziarie sui mercati mondiali, non sono stati affrontati in maniera diretta e con scelte precise.
Allo stesso tempo sono stati ribaditi però alcuni punti di riferimento importanti. L’obiettivo di dimezzare povertà e fame entro il 2015, la necessità di raddoppiare la produzione agricola entro il 2050 per fare fronte alla crescita della popolazione mondiale e quindi della domanda. Non irrilevanti sono poi i finanziamenti decisi da diversi Paesi ed enti internazionali per rispondere qui e ora alle richieste delle regioni più povere, tenendo conto che la cifra di 862 milioni di persone sottoalimentate e denutrite è il monito più forte che emerge dalla tre giorni romana.
La dichiarazione finale, approvata per acclamazione, rispecchia queste contraddizioni e queste volontà, è stata il frutto di un lavoro difficile che si è protratto fino alla tarda serata di giovedì 5 giugno. Il documento si chiude riproponendo la “ferma determinazione a usare tutti i mezzi per alleviare le sofferenze causate dalla crisi attuale, per stimolare la produzione alimentare e incrementare gli investimenti nel settore agricolo, per eliminare gli ostacoli all'accesso al cibo e fare un uso sostenibile delle risorse del pianeta, per le generazioni presenti e future”.
Ma certo i risultati più significativi usciti dal vertice sono le misure immediate per rispondere all’imperversare della crisi alimentare che investe Asia e Africa in modo particolare. Rimane l’opposizione latinoamericana a ridiscutere in modo sostanziale il tema dei biocarburanti che, secondo molti osservatori, sarebbero fra  i responsabili dell’attuale crisi alimentare. Allo stesso tempo rimangono le perplessità di molte organizzazioni della società civile e soprattutto dei contadini del sud del mondo che avrebbero preferito una discussione non solo sugli aiuti economici ma anche sulla condivisione di tali risorse e quindi sulla gestione dei progetti per lo sviluppo.
Alla fine sono stati stanziati oltre otto miliardi di dollari – non è poco – e si è stabilito che la materia dei biocarburanti dovrà essere studiata e approfondita per verificarne il reale impatto su ambiente e agricoltura, mentre la Spagna si è offerta di ospitare in autunno una “seconda puntata” del Vertice per verificare l’andamento delle cose. Questo l'elenco dei contributi: gli Stati Uniti daranno 1,5 miliardi di dollari; stessa cifra quella della Banca islamica per lo sviluppo, mentre dalle Nazioni Unite arriveranno 100 milioni. Il Giappone contribuirà con 50 milioni di dollari Kuwait con 100 milioni, i Paesi Bassi con 75 milioni, la Nuova Zelanda con 7,5 milioni, la Spagna con 773 milioni, la Gran Bretagna con 590 milioni, il Venezuela con 300 milioni, la Banca Mondiale con 1,2 miliardi di dollari di cui 200 milioni in forma di sovvenzioni. (Mtp) (Agenzia Fides 6/6/2008)


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