AFRICA/GUINEA -Militari in rivolta e "la popolazione ne paga le conseguenze" dice a Fides una fonte della Chiesa locale

giovedì, 29 maggio 2008

Conakry (Agenzia Fides)- Continua a rimanere tesa la situazione nella Repubblica di Guinea dove i militari ammutinati hanno chiesto il congedo di tutti gli ufficiali che non appoggiano le loro richieste.
"I militari sono scesi in rivolta per reclamare gli arretrati degli stipendi il cui pagamento è atteso da lungo tempo" dice all'Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale dalla capitale Conakry, delle quale omettiamo il nome per ragioni di sicurezza. "Nei giorni scorsi i soldati sono usciti dalle caserme ed hanno iniziato a saccheggiare negozi, distributori di carburante e persino case private. Vi sono stati alcuni morti sia nella capitale, sia in altre zone del Paese. Ieri, in un quartiere di Conakry, due militari sono morti nel tentativo di assaltare una casa usando l'esplosivo. Sembra si siano uccisi tra loro per la divisione del bottino" riferisce la fonte di Fides.
"La popolazione civile subisce le pesanti conseguenze di questa situazione, perché a causa dei saccheggi il cibo e il carburante iniziano a scarseggiare. Quei pochi distributori di benzina che sono rimasti aperti hanno rialzato i prezzi: 1 litro di benzina che prima costava 7mila Franchi guineani ora ne costa 30mila" continua la fonte. "Si è ormai creata una spaccatura tra la popolazione civile e i militari. I rappresentanti dei partiti politici e della società civile affermano che i militari, coloro che dovrebbero proteggere la popolazione, sono diventati una minaccia. I militari infatti danno l'impressione di pensare solo ai propri interessi. Le loro rivendicazioni infatti sono incentrate sui pagamenti degli stipendi e sulla liberazione dei loro commilitoni arrestati in precedenza. Il Presidente Lansana Conté ha promesso di dare a ciascun soldato una congrua cifra per fermare la rivolta. Questo significa però che gli introiti guadagnati nell'ultimo anno andranno a pagare i militari. I cittadini sono quindi molto scontenti".
La rivolta dei militari è scoppiata pochi giorni dopo la nomina di un nuovo Primo Ministro. Il 20 marzo, il vecchio Premier, Lansana Kouyaté, era stato infatti licenziato dal Presidente Conté, e sostituito da Ahmed Tidiane Souaré, un tecnocrate considerato vicino al Capo dello Stato. Kouyaté era stato nominato Premier nel febbraio 2007, per mettere termine a un'ondata di proteste che avevano paralizzato la Guinea per 2 mesi (vedi Fides 27/2/2007). "Il nodo centrale rimane il Presidente Conté. La sostituzione del Premier è un tentativo di riprendere in mano il controllo del Paese, che era stato messo in crisi della rivolte popolari dell'anno scorso. La rivolta dei militari rientra in questo contesto. Vi è il rischio che approfittando dei disordini si voglia imprimere una svolta autoritaria. Sui cellulari dei guineani stanno arrivando dei messaggi SMS che invitano la popolazione a scendere in piazza il 10 giugno per iniziare una protesta che dovrà concludersi solo nel momento in cui il Presidente si dovesse dimettere. Ma la popolazione sospetta che si tratti di una trappola per creare il pretesto di una forte repressione" conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 29/5/2008 righe 34 parole 499)


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