AFRICA/CONGO RD - L'arresto del principale leader dell'opposizione da parte delle autorità del Belgio suscita polemiche e interrogativi

lunedì, 26 maggio 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)- Suscita interrogativi e polemiche negli ambienti politici di Kinshasa (capitale della Repubblica Democratica del Congo) l'arresto in Belgio del senatore Jean-Pierre Bemba Gombo, leader del Movimento di Liberazione del Congo (MLC), ex Vicepresidente del governo di unità nazionale e principale sfidante del Presidente Kabila nelle elezioni presidenziali del 2006. Bemba è stato arrestato nella serata del 24 maggio a Bruxelles dalle autorità belghe in esecuzione di un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale.
Il leader dell'MLC è accusato di crimini di guerra e contro l'umanità (soprattutto stupri di massa) commessi dalle sue truppe nella Repubblica Centrafricana nel periodo dal 25 ottobre 2002 al 15 marzo 2003. Gli uomini di Bemba erano intervenuti in aiuto dell'ex Presidente centrafricano Ange Felix Patassé, poi rovesciato dall'attuale Presidente Bozizé.
L'MLC ha reagito all'arresto del suo leader, accusando la Corte Penale Internazionale di aver
"politicizzato l'inchiesta". François Muamba, Segretario della formazione politica di opposizione, ha affermato che "l'arresto del senatore Bemba a qualche giorno dalla sua elezione a portavoce dell'opposizione nella Repubblica Democratica del Congo, non può essere casuale, visto che oltretutto né Patassé, né il capo del suo esercito, che hanno beneficiato dell'appoggio delle truppe dell'MLC, sono stati oggetto di alcuna indagine".
Ci si interroga inoltre sulle circostanze dell'arresto di Bemba, in Belgio e non in Portogallo, dove il leader dell'opposizione ha trascorso buona parte del suo esilio (ufficialmente per ragioni mediche). Le autorità belghe sono intervenute nel momento in cui la tensione tra Bruxelles e Kinshasa è alta per le dichiarazioni, considerate offensiva dai congolesi, del Ministro degli Esteri belga, sull'esistenza di "un diritto morale" del Belgio sul suo ex possedimento coloniale e i suoi dirigenti. In segno di protesta, il governo congolese ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore a Bruxelles e di chiudere il Consolato di Anversa.
La stampa congolese sottolinea da un lato, il timore che l'arresto di Bemba possa provocare una destabilizzazione del Paese, dall'altro, il fatto che non solo Bemba, ma anche altri attori locali e stranieri devono essere processati per i crimini commessi in Congo, la cui popolazione ha sofferto e continua a soffrire le violenze provocate da numerosi gruppi armati, alcuni dei quali stranieri, presenti soprattutto nell'est. (L.M.) (Agenzia Fides 26/5/2008 righe 28 parole 373)


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