AFRICA/SOMALIA -La crisi di Mogadiscio sempre più grave

martedì, 29 aprile 2008

Mogadiscio (Agenzia Fides)- Si aggrava di giorno in giorno la situazione a Mogadiscio, capitale della Somalia, dove i combattimenti tra i militari del governo di transizione, appoggiati dalle truppe etiopiche, e i miliziani legati alle Corti islamiche, continuano a seminare morte e distruzione. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) circa 7mila persone hanno abbandonato le loro case negli ultimi giorni a cause delle nuove violenze. Le agenzie umanitarie internazionali, tra cui l'UNHCR, devono già far fronte a seri problemi di sicurezza che ostacolano la loro capacità di raggiungere le vittime degli scontri per fornire loro la protezione e l'assistenza di cui hanno bisogno. Gli operatori umanitari, oltre alla violenze continue, devono regolarmente affrontare ostacoli e problemi ai posti di blocco, dove spesso in cambio del diritto a passare si pretende un pagamento in denaro. Una tragica situazione che trova eco nelle parole del Santo Padre per il Regina Coeli di domenica 27 aprile. “In Somalia, specialmente a Mogadiscio, aspri scontri armati rendono sempre più drammatica la situazione umanitaria di quella cara popolazione, da troppi anni oppressa sotto il peso della brutalità e della miseria” ha ricordato Papa Benedetto XVI.
Testimoni oculari hanno riferito all'UNHCR che più di mille famiglie sono fuggite da due quartieri nella parte nord di Mogadiscio a causa dei pesanti bombardamenti attuati nella zona, dove si danno battaglia, con gravi ripercussioni per i civili coinvolti, le forze del Governo Transitorio Federale e dei loro alleati etiopi, da una parte, ed i gruppi di insorti, dall'altra. Secondo quanto riportato dalle fonti, negli ultimi giorni decine di civili sono stati uccisi o feriti. Tra di loro vi sarebbero alcuni fedeli brutalmente assassinati in una moschea, un eccidio che ha sparso il panico nella popolazione ed ha contribuito al nuovo esodo dalla città.
Molti di coloro che stanno fuggendo da Mogadiscio si sono rifugiati nella macchia che circonda la città o sulla strada che porta alla piccola cittadina di Afgooye, a 30 chilometri ad ovest della capitale, dove già vivono in condizioni precarie più di 250mila sfollati. La maggior parte di queste persone ha lasciato Mogadiscio in fuga dai combattimenti avvenuti nel 2007. Gli operatori umanitari UNHCR sul campo riferiscono che dalla giornata di ieri, giovedì, i combattimenti sono diminuiti, cessando del tutto in alcune zone della città. Molte persone, tuttavia, continuano a lasciare la capitale alla spicciolata, anche se in numero minore rispetto agli ultimi giorni.
La Somalia è priva di un governo dal 1991, quando il Presidente Siad Barre è stato deposto da un insieme di ribelli, avviando un periodo di anarchia che dura tuttora. (L.M.) (Agenzia Fides 29/4/2008 righe 30 parole 434)


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