AFRICA/COMORE - Pronta l’azione militare per destituire “l’uomo forte” dell’isola di Anjouan

venerdì, 29 febbraio 2008

Port Louis (Agenzia Fides)- Rimane preoccupante la situazione nell’arcipelago delle isole Comore dove il Presidente, Ahmed Abdallah Sambi, è pronto ad utilizzare la forza per mettere fine alla crisi nell’isola di Anjouan, in conflitto con lo Stato federale dal giugno 2007, a seguito del rifiuto del Colonnello Mohamed Bacar, il Presidente contestato dell’isola, di organizzare nuove elezioni.
Il Capo dello Stato federale ha ottenuto l’appoggio dell’Unione Africana, il cui intervento era stato sollecitato nel corso del Summit che si è tenuto ad Addis Abeba, in Etiopia, lo scorso 31 gennaio.
Il Presidente Sambi aveva richiesto l’aiuto degli altri Paesi africani per conservare l’integrità dello Stato delle Comore, e aveva assunto l’impegno di organizzare elezioni libere e trasparenti, seguite da una conferenza per stabilire una vera autonomia per le diverse isole dell’arcipelago.
Il 20 febbraio l’Unione Africana ha deciso di sostenere militarmente il governo delle Comore, così come Francia e Stati Uniti. Tanzania e Senegal si sono offerte di fornire le truppe che sono state trasportate da aerei francesi all’aeroporto di Moroni, mentre i militari locali si sono concentrati sull’isola di Moheli, di fronte ad Anjouan.
Il 25 febbraio, la Tanzania, che guida la mediazione internazionale, ha invitato il Colonnello Bacar a lasciare l’isola od arrendersi prima dell’avvio dell’operazione militare. Ma il Colonnello ha rifiutato.
L’isola di Anjouan si era resa indipendente nel 1997, nel 2001 è poi ritornata nell’ambito della federazione delle Comore, conservando un’ampia autonomia. Nel corso degli anni, l’uomo forte dell’isola, il Colonnello Bacar, ha continuato a minacciare una nuova separazione dal resto dell’arcipelago. Nel 2007, si è rifiutato di organizzare nell’isola le elezioni presidenziali. Sfidando il governo centrale e l’Unione Africana, incaricata di organizzare lo scrutinio, Bacar si è presentato solo allo urne e si è proclamato vincitore. I tentativi per organizzare elezioni libere e trasparenti nell’isola sono falliti ed ora si rischia l’atto di forza.
Secondo fonti locali contattate dall’Agenzia Fides, l’opinione pubblica delle Comore è favorevole all’intervento militare e anche buona parte della popolazione di Anjouan si oppone a Bacar ed è rimasta fedele al governo centrale. Diversi oppositori hanno già lasciato l’isola e si sono rifugiati a Mayotte (che è territorio francese).
L’Unione delle Comore ha 600mila abitanti ed è costituita da Grande Comore, Moheli e Anjouan. Dall’indipendenza, nel 1975, l’arcipelago ha visto succedersi diversi colpi di Stato e tentativi di secessione.
La missione cattolica locale dispone di due dispensari a Grande Comore e un piccolo centro medico ad Anjouan. La missione è servita da un missionario belga salvatoriano e 4 religiose della Divine Providence de Saint Jean de Bassel. La maggior parte dei cristiani sono commercianti malgasci immigrati. (L.M.) (Agenzia Fides 29/2/2008 righe 35 parole 438)


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