AFRICA/ETIOPIA - Aperto il Summit dei Capi di Stato dell’Unione Africana: Kenya, Darfur e Somalia in agenda

giovedì, 31 gennaio 2008

Addis Abeba- (Agenzia Fides)- La crisi del Kenya è al centro del Vertice dei Capi di Stato dell’Unione Africana che si è aperto oggi, 31 gennaio, ad Addis Abeba, in Etiopia, alla presenza del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. L’agenda dei lavori prevede di discutere anche le altre grandi crisi africane, quella del Darfur e quella somala, ma l’attenzione degli oltre 40 Capi di Stati africani convenuti nella capitale etiopica è concentrata soprattutto sugli avvenimenti che hanno sconvolto il Kenya nelle ultime settimane. “Diciamo a tutti i protagonisti della crisi keniana: fermatevi, fermatevi, fermatevi, se bruciate il Kenya, che cosa vi rimane da gestire domani?” ha affermato nel suo discorso di apertura il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré.
Un’attenzione comprensibile se si pensa che per decenni il Kenya è stato presentato come un Paese modello per la sua stabilità. Non a caso diversi giornali africani si interrogano ora sulla crisi dello Stato africano e sul fatto che le istituzioni africane faticano ad adottare procedure di ricambio democratico che non siano pesantemente influenzate dal tribalismo e dalla corruzione. Il Kenya è inoltre il Paese perno dell’Africa orientale dal quale dipendono gli altri Stati della regione per i loro commerci. Il blocco dei porti keniani impedisce la distribuzione degli aiuti umanitari destinati al sud Sudan mentre i camionisti ugandesi lamentano di essere stati derubati del carico mentre transitavano sulle strade del Kenya in direzione dell’Uganda.
Il Presidente Kibaki partecipa al Vertice con il difficile compito di salvare lo status del suo Paese. Finora il Kenya era visto come un’autorità morale, sia per la sua stabilità interna, sia per l’attivo ruolo della sua diplomazia nel cercare una soluzione alle crisi della Somalia, del Sudan o dell’Uganda.
Tra le altre questioni discusse al Summit vi sono la situazione nel Darfur, dove è in corso il dispiegamento della forza di pace mista ONU/Unione Africana, e quella somala, dove la prevista forza di pace africana ha solo poche centinaia di soldati sul terreno, a fronte di un organico previsto di 8mila uomini. Un rapporto presentato a metà gennaio dal Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione Africana afferma che i ribelli somali stanno perseguendo una strategia di destabilizzazione del governo di transizione sostenuto dalla comunità internazionale.
I Capi di Stato africano dovranno eleggere il nuovo Presidente della Commissione dell’Unione Africana, che succederà ad Alpha Oumar Konaré. Favorito appare il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri del Gabon, Jean Ping. (L.M.) (Agenzia Fides 31/1/2008 righe 29 parole 414)


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