AFRICA/ETIOPIA - L’accordo navale con il Somaliland suscita nuove tensioni nel Corno d’Africa

martedì, 9 gennaio 2024 militari  

Addis Abeba (Agenzia Fides) – Aumentano le tensioni in Corno d’Africa legate all’accordo marittimo tra Somaliland ed Etiopia (vedi Fides 3/1/2024) e alla situazione interna a quest’ultimo Paese.
Con l’accordo firmato il 1° gennaio Addis Abeba ottiene l’affitto per 50 anni di circa 20 km di coste del Somaliland (con la creazione di una base navale) in cambio del riconoscimento etiope di questo territorio staccatosi dal resto della Somalia e non riconosciuto finora da nessun altro Stato.
Il 6 gennaio il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha promulgato una legge approvata in fretta e furia dal Parlamento di Mogadiscio che “annulla l’accordo illegale" raggiunto tra Addis Abeba e Hargheisa.
L'approvazione del disegno di legge "è un esempio del nostro impegno a salvaguardare la nostra unità, sovranità e integrità territoriale secondo il diritto internazionale", ha scritto il Presidente somalo sulla su X, l’ex Twitter.
Nello stesso Somaliland l’accordo del 1° gennaio non è stato approvato all’unanimità al punto che il Ministro della Difesa, Abdiqani Mohamud Aateeye, si è dimesso in opposizione al patto con Addis Abeba, definendo l’Etiopia il “nemico numero uno della Somalia”. Da notare che ha parlato di Somalia e non Somaliland lasciando intendere una visione comune con il resto del Paese per lo meno sui rapporti con il potente vicino.
L’Eritrea che ha contribuito non poco a reprimere la rivolta nel Tigrai, affiancando le truppe etiopiche del Premier, Abiy Ahmed, vede con timore le ambizioni navali etiopiche e infatti il Presidente somalo è stato prontamente accolto ad Asmara dal Presidente eritreo Afwerki. Le tensioni tra Etiopia ed Eritrea sono cresciute dopo la firma dell’accordo di pace tra Addis Abeba e il Fronte di Liberazione Popolare del Tigrai (TPLF) nel novembre 2022. Le tensioni tra i due Paesi si intrecciano con l’instabilità che vive l’Etiopia al suo interno. Addis Abeba infatti accusa l’Eritrea di aver tentato di silurare le intese del 2022 perché si è rifiutata di ritirare tutte le sue forze dal Tigrai. L'influenza di Asmara in Etiopia è cresciuta così come sono aumentate le tensioni per il suo presunto sostegno ai ribelli Amhara che hanno rifiutato i piani del governo federale di sciogliere e disarmare le loro forze per integrare e unificare i diversi corpi armati etiopici (vedi Fides 8/8/2023).
La guerra contro il TPLF aveva visto l’alleanza tra l’Eritrea, gli Amhara e il Premier Ahmed, di etnia Oromo. Quando le ostilità tra il governo etiope e il TPLF sono cessate, l'alleanza Ahmed-Amhara-Afwerki è crollata. Amhara e Afwerki considerano l'accordo di pace come una “pugnalata alle spalle”, vedendovi un cambiamento nelle alleanze di Ahmed che si è avvicinato al TPLF, che rappresenta una minaccia significativa sia per gli Amhara sia per l’Eritrea. Quest’ultima teme ora un potenziale accerchiamento dal mare una volta che Addis Abeba sia riuscita a ricostruire la sua marina militare basandola in Somaliland. Sullo sfondo rimangono gli sponsor esterni (dai Paesi del Golfo persico/arabico alle maggiori potenze mondiali) che hanno interesse a controllare la sponda africana del Mar Rosso, la cui navigazione è minacciata dalle azioni degli Houti nello Yemen. (L.M.) (Agenzia Fides 9/1/2024)



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