AFRICA/KENYA - Rift Valley in fiamme: “Scontri organizzati. Chi li finanzia?” si chiede una fonte della Chiesa locale che delinea un complesso quadro geopolitico

lunedì, 28 gennaio 2008

Nairobi (Agenzia Fides)- “A Nakuru la situazione è al momento più calma perché la città è presidiata in forze dalla polizia e dall’esercito. La tensione rimane altissima a Naivasha, dove sono accaduti gli episodi più gravi degli ultimi giorni, compreso il massacro di 19 donne e bambini in una casa data alla fiamme da un gruppo di delinquenti, è in corso una vera e propria caccia all’uomo” riferiscono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale dal Kenya. In diverse località della Rift Valley, nell’ovest del Paese, sono in corso scontri molto violenti a sfondo tribale.
“Abbiamo sentore che anche negli scontri nella Rift Valley vi sia la mano dei Mungiki, un gruppo criminale che si sta trasformando in una milizia kikuyu, l’etnia del Presidente Kibaki, che si sta vendicando delle violenze subite da parte degli altri gruppi etnici. La zona dove sono avvenuti gli ultimi assalti è una zona a maggioranza kikuyu che stanno compiendo una sorte di “pulizia etnica” cacciando i membri di altre etnie, considerate vicine al leader dell’opposizione Odinga” spiegano le fonti di Fides. “La polizia appare insufficiente a reprimere manifestazioni di migliaia di persone. È intervenuto così l’esercito. Ma le forze dell’ordine hanno difficoltà a intervenire per una serie di motivi. In primo luogo perché i poliziotti e i soldati fanno fatica a sparare contro i membri della propria etnia. Poi vi sono stati casi di corruzione di poliziotti, che sono stati pagati per guardare dall’altra parte durante i saccheggi”. La polizia ha annunciato di aver arrestato 155 persone in diverse località della Rift Valley accusate di aver partecipato agli ultimi episodi criminali.
“Entrambe le parti hanno pesanti responsabilità in quello che sta succedendo” affermano gli interlocutori di Fides. “Queste violenze non sono spontanee, sono organizzate. I giovani che assaltano, depredano e incendiano le case sono pagati per commettere questi atti. È una situazione torbida, ancora non chiara, ma abbiamo la consapevolezza che ci sia qualcuno che alimenta lo scontro tribale in Kenya. I due partiti che si sono affrontati nelle elezioni probabilmente foraggiano questi scontri. Se non sono i vertici dei partiti sicuramente vi sono alcuni loro esponenti. I finanziamenti non sono un problema: prima e durante la campagna elettorale i due gruppi politici hanno raccolto una gran quantità di denaro, elargita da banche e aziende locali. Sappiamo anche che vi sono stati finanziamenti pubblici e privati provenienti dall’estero, da Paesi del nord e del sud America e da almeno un Paese del Nord Africa”. Dalla parole del nostro interlocutore si capisce che la crisi che sta vivendo il Kenya è molto più complessa di uno scontro tribale (che pure rimane importante) , perché ha forti implicazioni internazionali: il Kenya infatti è un Paese chiave per tutta l’area, non lontano da fondamentali rotte petrolifere. (L.M.) (Agenzia Fides 28/1/2008 righe 30 parole 461)


Condividi: