AFRICA/KENYA - “Nel caos provocato dallo scontro politico la criminalità prolifera”

lunedì, 21 gennaio 2008

Nairobi (Agenzia Fides)- “La vita a Nairobi è ripresa normalmente anche se permangono alcuni focolai di tensione negli slum della capitale” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale, che per motivi di sicurezza non desidera essere citata per nome.
Ieri, domenica 20 gennaio, in tutte le chiese del Kenya si è pregato per il ritorno della pace nel Paese, secondo le indicazioni dei Vescovi cattolici che avevano proclamato una giornata di preghiera nazionale. “La partecipazione alla preghiera è stata buona. Il Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi e Presidente della Conferenza Episcopale locale, nella sua omelia della Messa celebrata a Sant’Agostino, la chiesa più antica di Nairobi, ha affermato che il Presidente Kibaki ed Odinga detengono le chiavi per la soluzione della crisi e ha fatto appello al loro senso di responsabilità per risparmiare al Kenya nuove violenze e nuove sofferenze. Il Cardinale Njue ha inoltre rivolto un appello ad evitare mobilitazioni di piazza, nelle quali possono infiltrarsi dei provocatori che approfittano dell’occasione per suscitare incidenti”. Secondo la polizia locale, nella giornata di ieri sono state uccise 5 persone nelle bidonville di Nairobi, delle quali due a Mathare. Le forze dell’ordine hanno dichiarato che stanno facendo il possibile per riportare l’ordine e la sicurezza negli slum della capitale. Negli scontri seguiti alle elezioni del 27 dicembre 2007 sono morte circa 700 persone. Altre 250mila sono state costrette alla fuga. “Il governo aveva annunciato che gli sfollati potevano rientrare subito nelle loro zone di origine, ma le organizzazioni umanitarie sono riuscite a ottenere una dilazione di 15 giorni per permettere di verificare la situazione e sistemare i dettagli del ritorno di queste persone” dicono le nostre fonti.
“Secondo la testimonianza di alcune suore che operano in uno dei più importanti slum di Nairobi, vi sono stati scontri tra bande criminali per il controllo delle attività illecite locali: estorsioni, raccolta degli affitti delle baracche, erogazione di acqua e corrente elettrica, spesso sottratta con allacciamenti illegali alla rete idrica ed elettrica regolare…”dice la fonte di Fides. “Allo scontro politico si è così sovrapposto quello delle bande criminali per il controllo degli slum. È una logica mafiosa che segue però le leggi del tribalismo. Le bande criminali seguono una caratterizzazione etnica. I famigerati “Mungiki” sono formati da Kikuyu, mentre i loro nemici, i “Talebani”, sono composti da “Luo”. Quello che si vede in questi giorni sembra essere una ripetizione degli scontri tra “Mungiki” e “Talebani” degli anni scorsi. Ma il quadro è reso più complicato dalla lotta politica tra il Presidente Kibaki e lo sfidante Odinga. Non si capisce perché ad esempio i “Mungiki” che avevano ricevuto nei mesi scorsi dei colpi severi dalla polizia, ora rialzino la testa. Probabilmente perché hanno avuto il via libera da qualcuno”.
Sul piano politico, dopo la sospensione di una prima tornata di proteste popolari, indette da Odinga che accusa il Presidente Kibaki di brogli nelle elezioni presidenziali del 27 dicembre 2007, il leader dell’opposizione ha annunciato un piano per allargare la protesta che prevede nuove manifestazioni a partire dal 24 gennaio e un boicottaggio delle compagnie legate al governo. Domani, 22 gennaio, è previsto l’arrivo dell’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan alla testa di una commissione di saggi incaricata di mediare nella crisi keniana.(L.M.) (Agenzia Fides 21/1/2008 righe 38 parole 550)


Condividi: