Nairobi (Agenzia Fides) – “I timori espressi dai keniani riguardo a queste nuove leggi non devono essere ignorati. Meritano di essere ascoltati e, ove necessario, di adottare misure correttive”. Così si sono espressi i Vescovi del Kenya, prendendo posizione sugli emendamenti di due leggi adottati dal parlamento di Nairobi. Si tratta del Computer Misuse and Cybercrimes (Amendments) Act, 2025, un emendamento alla legge sulla cyber sicurezza del 2018, che è stato approvato quest’anno dal Parlamento e promulgato dal Presidente William Ruto il 15 ottobre, e del Land Amendment Act No. 21 of 2025, promulgato lo stesso giorno. Quest’ultimo concerne la creazione di un pubblico registro della proprietà terriere.
Nella loro dichiarazione intitolata “Building a Kenya of Hope and Justice: Our Civic Duty”, i Vescovi keniani esprimono il timore “per il modo e la fretta con i quali gli emendamenti delle due leggi sono stati elaborati e promulgati. La Conferenza Episcopale riporta “le preoccupazioni dei keniani sugli emendamenti, che sono stati convertiti in legge".
A destare i maggiori timori sono le modifiche della legge sui crimini informatici. In particolare si teme che queste possano limitare la libertà di espressione dei cittadini. La legge così emendata - scrivono i Vescovi- “potrebbe essere utilizzate per mettere a tacere le critiche al governo, per bloccare il diritto di difesa dagli abusi governativi o persino per manipolare il processo elettorale".
"Senza un'attenta e significativa partecipazione pubblica, le leggi rischiano di essere controproducenti, erodendo la fiducia del pubblico nel governo” avvertono i Vescovi che chiedono una revisione degli emendamenti.
"Lo stesso si può dire del disegno di legge sulle organizzazioni religiose” afferma la dichiarazione. “Sebbene alcune leggi siano necessarie, il governo non dovrebbe mai essere percepito come tentare di regolamentare la religione".
Infine la Conferenza Episcopale del Kenya, pur elogiando la creazione di un nuovo organismo per la gestione della sanità (Social Health Authority SHA), lamentano i ritardi nei pagamenti pubblici per le strutture sanitarie convenzionate con lo Stato, comprese quelle cattoliche. “I benefici del nuovo programma sanitario della SHA sono stati ampiamente noti” affermano. "Diverse persone hanno ricevuto cure con la nuova copertura SHA in molti ospedali, e ne siamo grati; tuttavia il programma sanitario non può sopravvivere se gli ospedali, non vengono pagati tempestivamente e in modo adeguato per i servizi che forniscono ai pazienti".
L’SHA ha sostituito nel 2024, il precedente National Health Insurance Fund (NHIF). Secondo il Ministro della Sanità i vecchi debiti lasciati dal NHIF pesano sugli ospedali keniani. "Diverse strutture sanitarie – private, pubbliche e religiose – sono sull'orlo della chiusura a causa di ingenti parcelle in sospeso ereditate dal NHIF” afferma il Ministro. (L.M.) (Agenzia Fides 14/11/2025)