AFRICA/SOMALIA - “Se la comunità internazionale non interviene subito la Somalia rischia una catastrofe umanitaria” afferma l’inviato speciale dell’ONU

martedì, 18 dicembre 2007

Mogadiscio (Agenzia Fides)- Oltre 720mila persone sono state costrette a lasciare Mogadiscio negli ultimi mesi a causa dei combattimenti che oppongono le truppe etiopiche e quelle del Governo di Transizione ai miliziani legati alle truppe islamiche.
La comunità internazionale continua a ricerca una soluzione alla drammatica crisi somala. Mentre l’Uganda, che fornisce la maggior parte delle truppe della missione dell’Unione Africana in Somalia, ha annunciato l’invio di 1.500 militari, addestrati da esperti francesi, per rimpiazzare quelli già presenti nel Paese, l’inviato speciale dell’ONU, Ahmedou Ould-Abdallah ha chiesto all’Arabia Saudita di usare la propria “autorità morale” per convincere le parti somale a sedersi al tavolo negoziale.
Ould-Abdallah ha affermato che l’atteggiamento dilatorio (da lui definito “aspetta e guarda”) della comunità internazionale rischia solo di peggiorare la situazione e di condurre il Paese alla catastrofe umanitaria. “L’Arabia Saudita è il custode di due dei luoghi più sacri dell'Islam ed è un vicino che accoglie diversi rifugiati somali. Ha l’autorità morale” ha spiegato l’inviato speciale dell’ONU, secondo il quale occorre rafforzare il contingente dell’Unione Africana con il contributo di altri Paesi dell’Africa, del Medio Oriente, del sud-est asiatico e di uno e due Stati membri della NATO.
A livello politico, il nuovo Primo Ministro Nur Hassan Hussein ha annunciato che a breve verrà creato un governo “tecnico” formato da 18 Ministri, la metà dei quali non parlamentari. Il 16 dicembre l’esecutivo era stato sciolto dal Premier due settimane dopo le dimissioni di cinque ministri a causa di un conflitto per la condivisione del potere. Hussein ha inoltre affermato che intende avviare al più presto un dialogo con l’opposizione.
Il quadro politico somalo è ulteriormente frammentato dalle tensioni tra la regione semi-autonoma del Puntland e quella del Somaliland, che si è proclamato da tempo indipendente (ma nessun Paese lo ha finora riconosciuto ufficialmente). Le due regioni si contendono il controllo della zona di confine di Sool (vedi Fides 29/10/2007), il cui capoluogo Las Anod è stato occupato dalle truppe del Somaliland ad ottobre. Il Presidente del Puntland, il generale Mohamud “Adde” Muse, ha rivelato di fronte al Parlamento locale di aver avviato una trattativa segreta con le autorità del Somaliland per risolvere la questione di Las Anod, suscitando le dure proteste dei deputati, che lo accusano di “tradimento”.
Non sembra legato a queste tensioni il rapimento di un giornalista francese avvenuto a Bosaso, la “capitale economica” del Puntland. Le autorità locali hanno affermato di tentare di ottenere la sua liberazione con una trattativa. (L.M.) (Agenzia Fides 18/12/2007 righe 32 parole 410)


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