AFRICA/CONGO RD - Nuovo accordo per garantire la sicurezza dell’est del Congo e del Rwanda

lunedì, 17 dicembre 2007

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Vedremo nelle prossime due settimane come la situazione si evolverà. O Nkunda si ritira e accetta l’offerta dell’esilio, oppure vi saranno nuove ostilità con l’intervento di forze esterne al Congo” dice all’Agenzia Fides un missionario dall’est della Repubblica Democratica del Congo, dove regna una fragile tregua dopo i combattimenti dei giorni scorsi tra i soldati dell’esercito regolare e i miliziani del generale ribelle Laurent Nkunda, che hanno inflitto una sconfitta alle truppe di Kinshasa (vedi Fides 13/12/2007).
“Questo ultimo episodio dimostra ancora una volta la mancanza di volontà o di capacità del Congo di assicurare la sicurezza di questa parte del Paese e di porre fine all’azione dei gruppi armati e dell’influenza straniera” osserva il missionario, che non desidera essere citato per nome per motivi di sicurezza. “Il Congo è ancora costretto a fare ricorso a forze esterne per garantire la propria sicurezza, che si tratti dei Caschi Blu dell’ONU, delle forze dell’Unione Europea o della nuova task Force creata proprio l’altro giorno”.
Il missionario si riferisce all’accordo tra la Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda che prevede la creazione di un gruppo di lavoro permanente con il patrocinio dell’Unione Africana, dell’ONU, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
La decisione di creare il nuovo organismo è stata presa durante un incontro a Goma, città capoluogo del nord Kivu, al confine con il Rwanda. Le nuove intese fanno seguito a quelle presa negli incontri precedenti tenutisi a Nairobi (Kenya) e ad Addis Abeba (Etiopia). In base agli accordi la Repubblica Democratica del Congo si impegna a neutralizzare i ribelli rwandesi che hanno base sul suo territorio mentre il Rwanda prende l’impegno di astenersi dal sostenere qualsiasi gruppo armato congolese, in particolare quello di Nkunda.
Il gruppo di lavoro permanente si riunirà la settimana prossima a Goma, dove avrà la sua sede. Sarà composto da rappresentanti della RDC, del Rwanda, dei Paesi della Conferenza dei Grandi Laghi, dell’ONU, dell’Unione Africana, dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e della Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe (SADC).
“Speriamo che questo serve a mettere fine alla sofferenza della popolazione del nord Kivu. Una parte degli sfollati interni sono tornati a casa ma le loro condizioni sono molto precarie” afferma il missionario. Nei giorni scorsi circa migliaia di persone sono fuggite a causa dei combattimenti, portando il totale degli sfollati nella regione a 800mila persone, secondo quanto ha reso noto Antonio Gutteres, Alto Commissario dell’ONU per i Rifugiati, che ha effettuato una visita nel nord Kivu. Gutteres ha anche denunciato la presenza di “elementi armati” nei campi per sfollati e l’arruolamento di bambini nei gruppi combattenti locali. (L.M.) (Agenzia Fides 17/12/2007 righe 32 parole 433)


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