EUROPA/ITALIA - Presentato il XVII Rapporto sull’immigrazione nell’Anno europeo del dialogo interculturale

mercoledì, 31 ottobre 2007

Roma (Agenzia Fides) - Nell’Unione Europea a 27, un’area con circa mezzo miliardo di persone, gli immigrati con cittadinanza straniera sono circa 28 milioni (inizio 2006), ma si arriva a circa 50 milioni se si includono quanti nel frattempo hanno acquisito la cittadinanza. Questa presenza è destinata ad aumentare, stando alle previsioni che tengono conto delle esigenze demografiche e occupazionali. Tra gli elementi chiave dell’unificazione europea è inclusa anche la libera circolazione dei lavoratori e, pertanto, il fenomeno migratorio ha segnato l’Europa unita nell’arco di tutta la sua storia. E’ quanto sottolinea il XVII Rapporto sull'Immigrazione curato da Caritas Italiana, Caritas diocesana di Roma e Fondazione Migrantes. Lo slogan che contraddistingue il Rapporto 2007 è "Anno europeo del dialogo interculturale".
L’incidenza degli immigrati è del 5,6% sulla popolazione complessiva UE, con variazioni notevoli: lo 0,5% nei due nuovi paesi membri (Romania e Bulgaria), tra il 4% e l’8% negli Stati dell’Unione a 15. Sono rilevanti le concentrazioni in alcune regioni: in Francia il 40% degli stranieri vive nell’area parigina, dove un residente su otto è cittadino straniero; nel Regno Unito oltre un terzo della popolazione straniera risiede nell’area metropolitana di Londra; in Spagna circa la metà degli immigrati si è insediata a Madrid e nella Catalogna. In Italia, invece, è più marcata la diffusione territoriale e solo un quinto degli immigrati si trova nelle province di Milano e di Roma.
Nei paesi di vecchia immigrazione la presenza degli immigrati è rimasta stabile, o è leggermente diminuita come in Germania, mentre nei paesi di nuova immigrazione (quelli mediterranei) essa è andata aumentando. I due terzi della popolazione immigrata sono costituiti da non comunitari: il 32% da europei non UE (in gran parte russi, turchi e balcanici), il 22% da africani (di cui due terzi provenienti dalle regioni settentrionali), il 16% da asiatici (equamente distribuiti tra immigrati dell’Estremo Oriente, Cina in testa, e del subcontinente indiano) e il 15% da americani (in gran parte latinoamericani).
Sono 3.690.000 gli immigrati residenti in Italia. Un numero aumentato in un anno del 21,6% (700.000 unità). Per numero di presenze regolari l'Italia è al vertice in Europa insieme alla Spagna, subito dopo la Germania. Per quanto riguarda i paesi di origine di questi lavoratori giunti in Italia, al primo posto della graduatoria troviamo la Romania (oltre 130.000 domande), seguita a grande distanza da Marocco (50.000 domande), Ucraina e Moldavia (35.000 domande ciascuno), Albania (30.000), Cina (27.000), Bangladesh (20.000 domande). Chiudono la serie dei primi 10 paesi, l’India, e, allo stesso livello numerico, lo Sri Lanka e la Tunisia, che registrano il primo 13.000 e gli altri due paesi circa 10.000 domande.
Il Rapporto sottolinea inoltre che nel contesto europeo è l’Italia ad aver portato avanti un’organica esperienza pilota per il recupero delle persone vittime di tratta. A partire dal 2000 ne hanno potuto beneficiare, ricevendo assistenza, ben 45.331 persone, per la quasi totalità donne vittime di sfruttamento sessuale: in circa un terzo dei casi (13.854) sono state messe a disposizione apposite borse lavoro. Il contrasto dei trafficanti, da rafforzare a livello nazionale e internazionale, va completato con il coinvolgimento dinamico dei migranti, ampliando le categorie dei beneficiari dei rimpatri assistiti (più di 7.000 dal 1991 ad oggi con l’assistenza dell’OIM) e prevedendo un certo supporto economico per il reinserimento di quanti collaborano per la loro identificazione.
Sabato 3 novembre l’Agenzia Fides pubblicherà un Dossier sul tema “Il fenomeno dell’immigrazione nelle società avanzate”. (S.L.) (Agenzia Fides 31/10/2007; Righe 39, Parole 550)


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