ASIA/INDONESIA - Per combattere il fondamentalismo islamico, occorre l’aiuto della filosofia, dice un Gesuita dell’Università Cattolica di Giacarta

venerdì, 26 ottobre 2007

Giacarta (Agenzia Fides) - La filosofia può essere un buon mezzo per contrastare il fondamentalismo islamico: è la tesi sostenuta da p. Franz Magnis-Suseno sj, docente di Filosofia presso l’Università Cattolica di Giacarta. Secondo il Gesuita, se si immettono i fedeli e gli intellettuali musulmani nel dibattito filosofico, li si aiuta a “considerare l’islam da un diverso punto di vista”, ha detto in un discorso presso la sede dell’associazione cattolica internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Il prof. Magnis-Suseno ha notato che numerosi musulmani, studiando filosofia, storia e materie umanistiche, sono orientati verso un orizzonte conoscitivo e speculativo molto più ampio, mentre spesso fondamentalisti si rivelano quanti in genere studiano scienze naturali: “Abbiamo bisogno di filosofi!”, ha detto. Per questo il religioso ha stigmatizzato il fatto che nelle università occidentali si affermi la tendenza a tagliare i fondi destinati agli studi umanistici, avvertendo che questo potrebbe contribuire a rafforzare il fondamentalismo islamico in Occidente.
Riferendosi poi al contesto indonesiano, il religioso ha notato che in Indonesia le università islamiche insegnano una dottrina islamica piuttosto aperta e tollerante, e comprendono l’insegnamento di materie come ermeneutica e teologia, abbastanza influenzate dal pensiero occidentale. I fondamentalisti, invece, tendono piuttosto a frequentare le università pubbliche e vedono nelle nuove linee di interpretazione del Corano un “tentativo dei cristiani” per vincere l’islam.
Il religioso ha rilanciato la via del dialogo interreligioso ad ogni livello: spirituale, intellettuale e materiale, per il bene dell’Indonesia: “Se lavoriamo insieme, possiamo risolvere tutti i problemi del paese”, aggiungendo che la cooperazione dovrebbe investire tutti i campi della società, ad esempio, la lotta contro la corruzione, l’istituzione di uno stato di diritto e di un giusto ordine economico, in un paese dove la metà della popolazione vive con meno di due dollari al giorno.
E’ importante, ha detto, instaurare buoni rapporti con i fedeli e i leader musulmani, in un processo di reciproca conoscenza che genera fiducia, ricordando che, come ha affermato una volta un leader musulmano, “l’arma segreta dei cristiani è l’amore”. (PA) (Agenzia Fides 26/10/2007 righe 27 parole 275)


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