AFRICA -Il turismo per rilanciare l’economia di due Paesi africani usciti da una drammatica guerra civile

giovedì, 11 ottobre 2007

Roma (Agenzia Fides)- Due Paesi africani, segnati dalla guerra civile, guardano al turismo per rilanciare la propria economia. Si tratta del Rwanda, che dopo la guerra civile e il genocidio del 1994, intende imboccare con vigore la strada dello sviluppo economico, e della Sierra Leone, Paese che sta ritornando alla stabilità dopo la guerra civile conclusa nel 2002.
Il Rwanda ha firmato un contratto con una holding degli Emirati Arabi Uniti, per lo sviluppo di 8 strutture turistiche per un valore di 230 milioni di dollari. La costruzione degli impianti inizierà alla fine del 2007. Tra le zone interessate vi è l’Akagera National Park, nell’est del Rwanda, sul Lago Vittoria. Il parco nazionale rwandese è inserito in un ecosistema regionale che comprende anche il Kikagati Game Riserve ugandese e le riserve tanzaniane di Ibanda Rumanyika; in questo modo in futuro si potrebbero creare sinergie a livello regionale per costituire un polo turistico integrato.
I responsabili dell’Holding degli Emirati Arabi Uniti (che a loro volta stanno puntando sul turismo per il post-petrolio) si sono dichiarati entusiasti dell’accordo: “Il Rwanda è riconosciuto come il Paese dell’Africa sub-sahariana che ha conseguito i maggiori miglioramenti della sua posizione economica. Ha intrapreso la strada dello sviluppo sostenibile ed ha un ambiente sicuro che ha ancora un grande potenziale di crescita”.
Il Ministro per l’Industria del Rwanda ha affermato che “i nostri progetti per le trasformazioni socio-economiche del Rwanda è di posizionare il nostro Paese come un nodo regionale per l’eccellenza e la qualità del servizio. In questo contesto il turismo è un pilastro per una rapida crescita economica. La nostra scelta politica per il turismo è quella di diventare una destinazione di qualità capitalizzando sulle bellezze naturali uniche, sulla sicurezza, sui diritti di proprietà e sulla tolleranza zero per la corruzione”.
La Sierra Leone si affaccia solo ora sul mercato del turismo, anche perché deve ricostruire e potenziare le infrastrutture distrutte dalla guerra civile del 1991-2002. Prima del conflitto, la Sierra Leone accoglieva più di 30mila turisti all’anno sulle sue splendide spiagge. Una parte dei turisti era costituita da una clientela di lusso, che arrivava in elicottero e pernottava in alcuni hotel esclusivi. Queste strutture sono state saccheggiate e rasa al suolo durante la guerra. Le recenti elezioni presidenziali (vedi Fides 17 e 19 settembre 2007) hanno contribuito a risollevare l’immagine del Paese anche se occorre ancora molto da fare per aumentare il numero di turisti. Attualmente la Sierra Leone accoglie 4mila turisti ogni anno. Il neo-eletto Presidente Ernest Bai Koroma intende privilegiare l’agricoltura e il turismo per creare un’economia meno dipendente dalle attività minerarie (bauxite e rutenio). Ma per ottenere questo occorrono investimenti esteri, che possono essere attirati dalle bellezze esotiche del Paese (comprendenti spiagge magnifiche e alcune rare specie animali), e dalla vicinanza del Paese all’Europa con la quale condivide lo stesso fuso orario. (L.M.) (Agenzia Fides 11/10/2007 righe 35 parole 492)


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