AMERICA/ARGENTINA - “Non si cerca di proteggere le vittime, ma soltanto di utilizzarle per imporre l'aborto come soluzione”: dichiarazione degli Avvocati Cattolici e della Pastorale Familiare

mercoledì, 12 settembre 2007

Paraná (Agenzia Fides) - "Soltanto Dio è Signore della vita e della morte. Nessuno può decidere arbitrariamente chi deve nascere e chi deve morire. Pretendere questo costituisce l'atto di discriminazione più grande che possa esistere": lo ribadisce un messaggio della Delegazione della Pastorale della Famiglia dell'Arcidiocesi di Paraná pubblicato a motivo della sentenza della Camera Civile di Paraná, che ha lasciato senza protezione legale il bambino che sta per nascere da una presunta handicappata di 19 anni che sarebbe stato violentata. Nel messaggio si ricorda inoltre che “i figli non sono cose, proprietà esclusiva di chi li ha generati, ma costituiscono un dono per tutta la società”.
“Ogni essere umano - continua il Messaggio - indipendentemente dal fatto che sia atteso o no, per la sua stessa dignità - che porta dal primo momento della sua esistenza - merita e deve essere amato. Se non arriva ad esserlo dai suoi genitori biologici, ha sempre il diritto di vivere ed ha bisogno che altre persone l'amino come loro proprio figlio". Inoltre la Pastorale della Famiglia sottolinea che "una società che uccide i propri figli prima di nascere è una società che mette in pericolo il proprio futuro, poiché la maggiore ricchezza di una nazione sono i suoi abitanti". Il messaggio si conclude con un appello affinché si lasci vivere quell'essere innocente e allo stesso tempo si offre aiuto per "accompagnare la famiglia durante la gravidanza, la nascita e l’infanzia di questa persona che vive già tra noi".
La Corporazione degli Avvocati Cattolici del paese ha emesso una dichiarazione nella quale considera che, davanti al verificarsi di casi simili nel paese, "non vede il tentativo di articolare nessuna politica coerente per evitare che si ripetano e proteggere le vittime. Verifichiamo soltanto sforzi per utilizzarli come ‘casi testimoni’ che servono per imporre l'aborto come soluzione". Secondo gli Avvocati Cattolici, questa perversione morale “si basa sul credere che il male si rimedia con altro male, ignorando che nel nostro ordinamento legale costituzionale non esiste ‘l’aborto non punibile’ poiché la nostra Costituzione ed il sano buonsenso, ordinano di proteggere ogni vita umana dal suo inizio nel concepimento". Perciò "la Corporazione degli Avvocati Cattolici, in difesa della vita innocente che si cerca di immolare, sollecita la revoca con urgenza della sentenza della Camera Civile di Paraná". (RG) (Agenzia Fides 12/9/2007; righe 27, parole 384)


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