AFRICA/SUDAN - Darfur: nuove speranza di pace dalla Conferenza di Tripoli e dalla probabile scoperta di fonti idriche grazie all’analisi satellitare

mercoledì, 18 luglio 2007

Khartoum (Agenzia Fides)- Anche la scienza può portare un contributo alla pace nel Darfur, la tormentata regione del Sudan occidentale dove dal 2003 infuriano scontri tra esercito regolare, milizie filo-governative e alcuni movimenti di guerriglia. Grazie all’analisi di foto satellitari gli scienziati del Boston University Center for Remote Sensing hanno scoperto i resti di un antico lago nell’arida zona, dove le dispute per il controllo delle scarse riserve d’acqua sono una delle principali cause dell’attuale conflitto. Il lago copriva un’area di of 30.751 kmq.
Basandosi sulla loro scoperta, ottenuta grazie a un sofisticato satellite radar, i ricercatori sperano di scavare almeno un migliaio di pozzi per estrarre l’acqua che, in base ai loro calcoli, è ancora presente in quantità abbondante nel sottosuolo del Darfur.
Il progetto ha ricevuto il sostegno del governo sudanese e di quello egiziano, quest’ultimo ha dato la sua disponibilità a finanziare lo scavo dei primi 20 pozzi. Anche la missione delle Nazioni Unite in Sudan sta valutando la possibilità di scavare ulteriori pozzi.
Grazie alle analisi satellitari è stato possibile individuare, nel sud dell’Egitto, non lontano dal Darfur settentrionale, la zona dove scavare 500 pozzi che ora servono 100mila persone.
Un motivo di speranza in più che si aggiunge ai risultati della Conferenza di Tripoli, in Libia, organizzata per trovare una soluzione al conflitto nel Darfur. La Conferenza si è conclusa il 16 luglio con un possibile rilancio del processo di pace. La conferenza di due giorni, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di 18 Paesi e organizzazioni internazionali - fra cui Nazioni Unite, Unione Africana, Unione Europea, Lega Araba, Stati Uniti, Cina, Russia, Libia e Egitto - ha deciso di organizzare un incontro tra il 3 e il 5 agosto ad Arusha, in Tanzania. La nuova conferenza riunirà gli inviati speciali della comunità internazionale in Sudan e i capi dei movimenti ribelli non firmatari dell'accordo di Abuja (Nigeria) del 5 maggio 2006 (vedi Fides 5 maggio 2006), per trovare un accordo sull'inizio dei negoziati con Khartoum. L'incontro ha lo scopo di assicurare che tutte le parti coinvolte siano consultate prima di un round di negoziati, per evitare un fallimento come nel 2006. Solo uno dei tre gruppi ribelli sottoscrisse l'accordo, criticato dai profughi perché non dava loro sufficienti garanzie. Nell'ultimo anno, i ribelli si sono divisi in una dozzina di fazioni. La dichiarazione finale non indica quali gruppi prenderanno parte ai negoziati di Arusha, ma chiede a Libia, Ciad ed Eritrea di facilitare “la coesione fra i movimenti non firmatari”.
Il 14 luglio, in Eritrea cinque fazioni ribelli hanno concordato di unirsi prima di eventuali negoziati. Il nuovo gruppo, il Fronte unito per la Liberazione e lo Sviluppo (UFLD), ha invitato gli altri movimenti ad unirsi. (L.M.) (Agenzia Fides 18/7/2007 righe 38 parole 475)


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