AMERICA/CILE - Il Vescovo di Punta Arenas critica duramente l’invito della autorità locali ad usare il preservativo per evitare l’Aids

lunedì, 2 luglio 2007

Punta Arenas (Agenzia Fides) - “Il sesso per il sesso non è umano, ci rende animali; mentre la sessualità integrata alla capacità di amare ci rende esseri umani. Credo che questo sia l’appello corretto”, ha sottolineato mons. Bernardo Bastres, Vescovo di Punta Arenas, preoccupato per l’invito delle autorità ad usare il preservativo per prevenire la propagazione dell’Aids nella regione delle Magellane, nel Cile meridionale.
Questa raccomandazione è stata rinnovata dopo che la segreteria regionale ministeriale del settore ha confermato cinque nuovi casi del virus Hiv-Aids negli ultimi sei mesi: tre donne e due uomini.
Il Vescovo sostiene che il fulcro della discussione deve concentrarsi sul fatto che la malattia aumenta, e che si tratta di un problema di educazione: “si tratta di un problema della società, non solo sanitario, dietro il quale si nasconde un problema di educazione nella scuola, nella famiglia, e anche nei mezzi di comunicazione”.
Mons. Bastres ha ricordato che nell’ultima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa ha invitato a riflettere sul significato dei media per i bambini: “quando nelle ultime telenovelas nazionali si vede l’infedeltà come una cosa normale, cosa possono imparare i nostri giovani? E dopo ci lamentiamo che esistono situazioni del genere. Ritengo che la malattia si trasmetta perché manca un richiamo al valore principale, la coppia unica, la fedeltà”.
Il religioso ha detto che la soluzione a questo problema non è il preservativo e che l’aumento dei casi di Aids dimostra, ancora una volta, che la campagna fatta sul preservativo non funziona. Mons. Bastres ha sottolineato la drammaticità di questo incremento della malattia, e ha indicato l’urgente necessità di una buona educazione. “Il problema non si risolve distribuendo preservativi, il problema è nel cuore”.
Altrettanto preoccupante e drammatica è la realtà dell’Hiv/Aids che vive la provincia argentina di Tierra del Fuego. Da quando, nel 1988, il male è stato identificato sull’isola, il sistema sanitario argentino ha riconosciuto 265 casi dei quali 34 morti, 36 sono stati mandati in centri di cura di altre località e 40 hanno abbandonato le consultazioni mediche.
Inoltre, Tierra del Fuego, nel 2006, ha registrato 153 pazienti sieropositivi (103 a Ushuaia e 50 a Río Grande) monitorati dal sistema sanitario. Tuttavia, il 47% dei pazienti non ha la copertura sociale, e sono assistiti da un programma nazionale.
L’isola è una delle province del paese con la maggiore quantità di casi di infezione di Hiv rispetto al numero di abitanti. Secondo l’ultimo censimento del 2002, Tierra del Fuego ha una popolazione di 122.538 abitanti. La Regione di Magellane, con 150 mila abitanti, ha notificato 79 casi. L’età media delle persone contagiate oscilla tra i 32 anni, gli uomini sono il settore più vulnerabile, con il 62,3% dei casi.
(AP) (2/7/2007 Agenzia Fides; Righe:39; Parole:477)


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