EUROPA/PORTOGALLO - La legge sull'aborto entrerà in vigore il 15 luglio: "Una misura contro la civiltà e contro l’umanità"

lunedì, 25 giugno 2007

Lisbona (Agenzia Fides) - La legge che permette in Portogallo l'aborto nelle prime dieci settimane di gestazione verrà applicata a partire dal 15 luglio, dopo la pubblicazione, alla fine della settimana scorsa, del decreto che regolamenta la nuova legislazione sul bollettino ufficiale dello stato. Questo era l’ultimo passo legale per l'avviamento della legge approvata con il referendum celebrato l’11 febbraio scorso. Al referendum vinse il si all'aborto, ma tale risultato non fu vincolante perché non raggiunse il quorum dei partecipanti necessario: solamente il 43,6 per cento delle persone con diritto di voto si presentarono alle urne, il 59,25 per cento di loro optarono per il "sì" all'aborto, mentre il 40,75 per cento si dichiarò contrario.
Il decreto stabilisce quanto segue: una consultazione medica obbligatoria deve essere eseguita in un termine massimo di cinque giorni; l'accertamento che la gravidanza non superi le 10 settimane deve essere certificato da un medico diverso da quello che realizzerà l'aborto; tutte le interruzioni di gravidanza saranno iscritte in un registro anonimo e confidenziale che conterrà dati sulla paziente e sull'intervento. Sebbene la legge garantisca il diritto dei medici all'obiezione di coscienza, in fondo non lo riconosce perché li obbliga ad avviare la donna ai “servizi competenti nell’ambito dei termini legali” e, nel caso di pericolo di morte della madre, il medico non ha il diritto all'obiezione di coscienza e dovrà applicare l'aborto.
I Vescovi del Portogallo nell’ultima Assemblea Plenaria (vedi Fides 17/4/2007), hanno riaffermato la determinazione di lottare per la vita ed in aiuto alle donne in difficoltà, ricorrendo alla retta coscienza di tutti quelli che intervengono nel processo che può condurre all'aborto. Ricordano che un medico che pratichi un aborto “dovrebbe ripensare e rivedere la coerenza della sua fede”.
Isilda Pegado, Presidente della Federazione Portoghese per la Vita, considera che questa misura non "è a favore di una società più umana e degna ma al contrario va contro la civiltà e contro l’umanità". La Federazione ha ribadito anche la sua decisione di continuare a lavorare con forza nell’ambito della coscienza sociale, affermando che la legge "non costituisce un bene per le donne bensì una distruzione della società". Ha constatato inoltre che sorgono sempre più istituzioni nel paese che si uniscono in questa lotta a difesa della cultura della vita e della maternità. (RG) (Agenzia Fides 25/6/2007; righe 26, parole 379)


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