AFRICA/CONGO RD - “Il Protocollo di Maputo costituisce una distruzione lenta ma sicura dei valori africani fondamentali” affermano i Vescovi dell’Associazione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Centrale

lunedì, 25 giugno 2007

Kinshasa (Agenzia Fides)- Il Protocollo di Maputo introduce una cultura contrattuale che costituisce una minaccia al senso stesso dell’amore come dono gratuito” affermano i Vescovi dell’Associazione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Centrale (ACEAC) nella Dichiarazione sulla ratifica del Protocollo di Maputo pubblicata al termine della loro Nona Assemblea Plenaria (vedi Fides 21 e 22 giugno 2007).
La norma del Protocollo, firmato a Maputo nel luglio 2003, che ha suscitato l’opposizione della Chiesa cattolica è quella contenuta nell’articolo 14 al paragrafo 2c che stabilisce di “proteggere i diritti riproduttivi delle donne autorizzando l’aborto medico nei casi di stupro, incesto, e quando la continuazione della gravidanza mette in pericolo la salute fisica e mentale della madre o la vita della madre o del feto” (vedi Fides 26 gennaio 2006).
“Contrariamente a quello che pretende di cercare, la preservazione dei valori africani quali la legalità, la pace, la libertà, la dignità, la giustizia, il Protocollo di Maputo distrugge i valori africani in generale e della donna in particolare” afferma il documento sottoscritto dai Vescovi di Burundi, Rwanda e Repubblica Democratica del Congo. “In effetti, si vuole allineare l’Africa e le donne africane ad una concezione estranea alla cultura africana: rifiuto della maternità, qualificata come una forma di schiavitù, diritto all’aborto come attentato al diritto alla vita del nascituro, edonismo e libertà sessuale, diritto di gioire liberamente della propria vita sessuale quale che sia il proprio orientamento sessuale. Questo Protocollo costituisce una distruzione lenta ma sicura dei valori africani fondamentali: rispetto della vita, importanza della famiglia, maternità, fecondità, matrimonio, tutti questi valori sono ignorati dal Protocollo”. (L.M.) (Agenzia Fides 25/6/2007 righe 26 parole 291)


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