EUROPA/SPAGNA - La Spagna è il nono paese in approvare la clonazione terapeutica: “la clonazione umana per qualunque fine si persegua è, da tutti i punti di vista, antietica e riprovevole. Si apre una strada insospettata che tristemente non sappiamo dove può portarci”

venerdì, 15 giugno 2007

Madrid (Agenzia Fides) - Il Congresso dei Deputati ha approvato definitivamente il 14 giugno la Legge di ricerca biomedica con la quale si incentiva e si regola la cosiddetta “clonazione terapeutica” in funzione dei "benefici" che si riflettono sul miglioramento della salute dei cittadini. In questo modo la Spagna è il quarto paese europeo ad accettare la clonazione terapeutica ed il nono in tutto il mondo, dopo Regno Unito, Belgio, Svezia, Giappone, Australia, Israele, Corea del Sud e Singapore. Il testo finale ha potuto contare sull'appoggio di tutti i gruppi parlamentari ad eccezione del Partito Popolare, che ha votato contro alcuni punti che includevano "errori gravi e carenze significative".
Appena approvata la legge, numerosi esperti in Bioetica hanno concordato nell’affermare che non c'è alcuna ragione scientifica che giustifichi la clonazione. Il Presidente del Foro della Famiglia, Benigno Blanco, ha dichiarato che la legge rappresenta una "retrocessione etica totalmente ricusabile" perché trasforma l'embrione umano in "mero materiale" di investigazione. "Credo che sia una legge profondamente negativa perché la Spagna sarà uno dei paesi del mondo dove la vita dell'essere umano, nelle sue fasi di sviluppo, sarà più indifesa" ha affermato. La legge infatti, secondo Blanco, antepone "gli interessi dell'investigazione farmacologica e tecnologica biomedica di fronte alle considerazioni etiche di protezione dell'embrione". Infine ha affermato che costituisce "un passo indietro molto rilevante" dal punto di vista bioetico.
L'Associazione Nazionale di Bioetica ed Etica Medica ha ricordato che l'iter della legge non ha tenuto in conto le opinioni degli esperti nella materia. La direttrice scientifica di VidaCord e membro della Pontificia Accademia per la Vita, Mónica López Barahona, ha affermato che così si permette la 'clonazione terapeutica' che consiste nel trasferimento di un nucleo in un ovulo, “come se quello che si generasse non fosse uno zigote, e pertanto un embrione”. “Stiamo parlando di un essere umano” ha sottolineato Mónica López Barahona, la quale ha affermato che “non c'è ragione scientifica che giustifichi la clonazione”. Oltre a trattarsi di "una tecnica difficile che non ha dimostrato nessuna applicazione, presenta enormi problemi etici".
Per il prof. Ignacio Villa Elízaga, la Legge di ricerca biomedica approvata dimostra una mancanza di conoscenza dei risultati che si stanno ottenendo con le cellule adulti pluripotenziali e perfino del fatto che si possono ottenere queste cellule dal sangue del cordone ombelicale dei neonati. "La clonazione umana, per qualunque fine si persegua, è da tutti i punti di vista, antietica e riprovevole, tanto dal punto di vista scientifico che morale. Si apre una strada insospettata che tristemente non sappiamo dove può portarci" ha sottolineato il prof. Villa Elízaga. (RG) (Agenzia Fides 15/6/2007; righe 31, parole 430)


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