AFRICA/SOMALIA - Fragile tregua a Mogadiscio dopo 5 anni giorni di intensi combattimenti; la popolazione in fuga

lunedì, 2 aprile 2007

Mogadiscio (Agenzia Fides)- La popolazione di Mogadiscio esce finalmente dalle proprie abitazioni per seppellire i propri morti, dopo 5 giorni di intensi combattimenti tra le truppe etiopiche, appoggiate da quelle del Governo di Transizione, e i miliziani legati alle Corti Islamiche (vedi Fides 31 marzo 2007).
La tregua, che è stata negoziata grazie all’intervento dei capi tradizionali del clan Hawiye, il più importante della capitale somala, appare però fragile e diversi abitanti della città ne approfittano per fuggire e rifugiarsi altrove. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, negli ultimi 10 giorni circa 47mila persone hanno lasciato Mogadiscio. La stampa internazionale segnala l’arrivo di centinaia di uomini di rinforzo alle truppe etiopiche presenti a Mogadiscio.
I combattimenti degli ultimi giorni sono stati i più violenti degli ultimi 15 anni. I morti sono centinaia anche se è al momento impossibile fornire una stima precisa. Tra le vittime si registra anche il primo soldato ugandese della forza di pace dell’Unione Africana, colpito da un proiettile di mortaio mentre montava la guardia di fronte al Palazzo Presidenziale. La forza di pace dell’Unione Africana è costituita al momento da soli 1200 soldati ugandesi, su un totale di 8mila uomini forniti da diversi Paesi africani.
Per cercare di trovare una soluzione alla crisi somala, domani, 3 aprile, si riunisce al Cairo, in Egitto, il gruppo di contatto internazionale sulla Somalia. Del gruppo di contatto fanno parte: Unione Europea (Presidenza e Commissione), Italia, Norvegia, Svezia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Africana e Lega Araba. (L.M.) (Agenzia Fides 2/4/2007 righe 24 parole 272)


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