EUROPA/SPAGNA - “Credenti e non credenti considerano la Chiesa Cattolica come la voce dei diritti umani”: una responsabile della sede spagnola di Aiuto alla Chiesa che Soffre di ritorno dall’Eritrea

lunedì, 26 marzo 2007

Madrid (Agenzia Fides) - Per aiutare le comunità cristiane dell’Eritrea, in occasione del 60° anniversario di fondazione l’opera di diritto pontificio, “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) il 23 marzo ha organizzato, a Madrid, un incontro di beneficenza, durante il quale è stato presentato il progetto “Aiuto alle scuole cristiane e ai centri sanitari in Eritrea”.
L’obiettivo del progetto è quello di aiutare i “98 centri educativi, con 22.466 alunni e 30 cliniche e centri di salute, che assistono oltre 130.000 pazienti all’anno”, mantenuti dalla Chiesa Cattolica.
Amparo Llobet, responsabile dei Rapporti Istituzionali di ACS in Spagna, è appena rientrata dall’Eritrea, “il quinto paese più povero del mondo”, dove si era recata per toccare con mano la realtà delle comunità cristiane che l’organizzazione sta aiutando.
In questo povero paese africano, nonostante la Chiesa Cattolica conti solo una piccola minoranza, appena il 3% della popolazione, sia i credenti che i non credenti riconoscono la Chiesa “voce dei diritti umani”, sebbene l’azione umanitaria della stessa sia in difficoltà a causa dell’ingerenza del Governo.
Anche la costruzione delle chiese, prevista all’interno di un programma finanziato da ACS, è ostacolata dal veto delle imprese di costruzione private. Tuttavia, nonostante tutte le difficoltà, la fede nel paese va crescendo. (AP) (26/3/2007 Agenzia Fides; Righe:22; Parole:224)


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