EUROPA/SPAGNA - “Non spetta allo Stato imporre un modello educativo per tutti, bensì garantire alle famiglie la scelta del tipo di educazione che desiderano per i figli” afferma il Cardinale Arcivescovo di Madrid per la Giornata Diocesana dell’Insegnamento

venerdì, 9 marzo 2007

Madrid (Agenzia Fides) - Con il tema “Religione nella scuola, sì”, sabato 10 marzo sarà celebrata a Madrid la Giornata Diocesana dell’Insegnamento, organizzata dalla Delegazione per l’Insegnamento della Conferenza Episcopale. Quattro sono i motivi per i quali l’insegnamento della materia di Religione deve continuare nelle scuole: perché "facilita il pieno sviluppo della personalità, la formazione integrale dell'individuo, oggetto e fine ultimo di ogni progetto educativo"; perché "con la sua inclusione nel curriculum, diventa effettivo il diritto costituzionale dei genitori affinché i loro figli possano essere educati secondo le proprie convinzioni e credenze"; perché "senza questa, gli alunni vengono privati di alcune chiavi indispensabili per comprendere la propria storia" e, infine, perché "nella scuola ha luogo il dialogo interdisciplinare che deve stabilirsi tra la fede e la cultura umana, la cui assimilazione critica matura l'alunno."
Il Cardinale Antonio Mª Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid, ha pubblicato una Lettera pastorale per questa Giornata ricordando che il tema scelto questo anno vuole richiamare l'attenzione sul fatto che alcuni settori sociali “desidererebbero accantonare la religione all'ambito esclusivo del privato”. Il Cardinale ricorda che "non spetta allo Stato imporre un modello educativo per tutti, bensì garantire alle famiglie e alle istituzioni sociali una cornice di libertà, che permetta di scegliere il tipo di educazione che desiderano per i propri figli". Inoltre "se la scuola deve essere al servizio della formazione integrale dell'alunno, non ci si può accontentare di insegnare solo quelle materie basate su una razionalità strumentale, ma deve essere compreso anche il sapere religioso". D'altra parte "la volontà dei genitori continua ad essere favorevole alla materia della religione cattolica". Nella lettera il Cardinale esprime anche la sua preoccupazione per "la nuova materia di 'Educazione per la cittadinanza' che, a carattere obbligatorio, presenta il rischio di un'inaccettabile intromissione dello Stato nell'educazione morale degli alunni, la cui prima responsabilità riguarda la famiglia e la scuola". (RG) (Agenzia Fides 9/3/2007; righe 23, parole 317)


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