AFRICA/SOMALIA - L’arrivo dei primi soldati della forza di pace africana tra le bombe dei ribelli

mercoledì, 7 marzo 2007

Mogadiscio (Agenzia Fides)- I primi soldati della forza di pace dell’Unione Africana in Somalia sono arrivati ieri, 6 marzo, all’aeroporto di Mogadiscio e sono stati subito accolti da tiri di mortaio, che non hanno provocato vittime.
I 350 militari dell’avanguardia del contingente ugandese erano giunte nella capitale somala e avevano iniziato a dispiegarsi, quando una decina di colpi di mortaio sono stati esplosi contro il complesso aeroportuale. Tiri precisi, volti ad avvertire ma non a fare vittime, secondo testimonianze locali.
Subito dopo è stato colpito il quartiere generale delle truppe etiopiche e di quelle governative nell’ex area industriale di Mogadiscio. La forza di pace dell’Unione Africana prevede lo schieramento in Somalia di 8mila uomini con il compito di aiutare a ricostruire le forze di sicurezza locali, ma non di disarmare o combattere i ribelli. L’Uganda si è impegnata a fornire 1600 militari. Nigeria, Burundi, Malawi e Ghana hanno promesso l’invio di propri soldati che porterebbero il numero dei militari dell’Unione Africana a 4mila, la metà di quelli inizialmente previsti. Vi sono poi problemi legati al finanziamento e all’appoggio logistico della missione. L’Unione Europea e gli Stati Uniti che si sono impegnati per fornire contributi economici e materiali rimangono perplessi sul contesto politico della missione. I dubbi occidentali sono legati soprattutto al rifiuto del governo di transizione somalo di formare un esecutivo di unità nazionale, che includa anche la parte cosiddetta “moderata” delle Corti islamiche.
Nel frattempo cresce la preoccupazione per la MV Rozen, la nave noleggiata dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), sequestrata dai pirati, lo scorso 25 febbraio, al largo delle coste nord orientali della Somalia, mentre faceva ritorno, vuota, a Mombasa dopo aver scaricato aiuti alimentari del PAM a Bossaso e Berbera. “A dieci giorni dal sequestro, al largo delle coste somale” si legge in un comunicato del PAM inviato all’Agenzia Fides “l'agenzia per gli aiuti alimentari sollecita una rapida conclusione della vicenda, manifestando la propria preoccupazione per la salute dell'equipaggio e per le crescenti difficoltà di noleggio di altre navi per il trasporto urgente di aiuti umanitari alle persone affamate”.
Sei sequestratori mantengono il controllo della nave, ora ancorata al largo di Gara'ad, vicino al confine tra il Putland e la regione centrale della Somalia. “Ad oggi, nessuno dei 12 membri dell'equipaggio è stato rilasciato, nonostante numerosi appelli e interventi per la loro liberazione” sottolinea il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 7/3/2007 righe 34 parole 413)


Condividi: