AFRICA/CIAD - Situazione ancora preoccupante nelle regioni del Ciad e della Repubblica Centrafricana al confine con il Darfur

sabato, 2 dicembre 2006

N’Djamena (Agenzia Fides)- Situazione ancora instabile in Ciad e nella Repubblica Centrafricana, i cui governi devono fare fronte all’offensiva di movimenti di guerriglia nelle regioni confinanti con il Darfur sudanese (vedi Fides 20 novembre 2006).
In Centrafrica, l’esercito regolare con il determinante appoggio dei militari francesi ha riconquistato la maggior parte del territorio nel nord-est, che era finito nelle mani de l’Union des Forces Démocratiques pour le Rassemblement. Nel vicino Ciad proseguono i combattimenti nella località di Guéréda nell’est del Paese, tra l’esercito regolare e una coalizione di gruppi di guerriglia. Sia il Ciad sia la Repubblica Centrafricana accusano il governo sudanese di fornire appoggio a questi movimenti armati. Il Sudan respinge le accuse e denuncia a sua volta presunti sostegni del governo ciadiano alla guerriglia che opera nel Darfur. Secondo i ribelli ciadiani, l’esercito di N’Djamena è stato aiutato nelle sue ultime operazioni militari da un movimento di guerriglia sudanese che ha le sue retrovie in territorio ciadiano. Il governo del Presidente Dèby ha però seccamente smentito questo fatto.
Un contesto complicato, quindi, dove a farne le spese sono i civili. Una nota positiva giunge dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che afferma, in un comunicato giunto all’Agenzia Fides, che le condizioni di sicurezza ad Abeché, il capoluogo del Ciad orientale, sembrano essersi stabilizzate e stanno lentamente riprendendo le attività quotidiane tra la popolazione locale dopo i disordini dello scorso fine settimana. Nella giornata di sabato 25 novembre i ribelli ciadiani avevano occupato la città, mentre le forze governative ne avevano ripreso il controllo domenica 26 (vedi Fides 29 novembre 2006). “L’UNHCR esprime la propria gratitudine alle autorità locali di Abeché per il loro aiuto nel recupero di parte degli aiuti saccheggiati” afferma la nota. L’agenzia delle Nazioni Unite si dichiara però molto preoccupata per la completa interruzione della strada che collega Abeché con il nord, perché i suoi operatori non possono più avere accesso via terra a 6 campi profughi che accolgono complessivamente un totale di circa 110mila rifugiati.
Decine di villaggi nel Ciad sud-orientale sono stati dati alle fiamme e abbandonati nel mese di novembre in seguito a un'ondata di violenza inter-comunitaria tra tribù arabe e non arabe. Complessivamente, circa 90mila ciadiani sono sfollati nell'est nel corso dell'ultimo anno. (L.M.) (Agenzia Fides 2/12/2006 righe 34 parole 339)


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