AFRICA - Cresce l’ansia della comunità internazionale per la pace nel Corno d’Africa

giovedì, 23 novembre 2006

Roma (Agenzia Fides)- Cresce l’inquietudine della comunità internazionale per la pace nel Corno d’Africa, dopo lo scambio di accuse reciproche tra il governo etiopico e le Corti islamiche somale.
Il premier etiopico Meles Zenawi ha affermato che è fallito il tentativo d'instaurare il dialogo con le corti islamiche che controllano Mogadiscio e che stanno conquistando il controllo di parti sempre più importanti del territorio somalo, e che sono stati completati i preparativi per affrontare eventuali ostilità.
Il Premier di Addis Abeba ha ricordato come per prime le stesse milizie islamiche, abbiano dichiarato la “Jihad”, la guerra santa contro l'Etiopia in quanto quest'ultima ha schierato le proprie truppe a protezione del debolissimo governo transitorio somalo insediato a Baidoa. Per questo motivo, Zenawi ha qualificato i guerriglieri delle Corti come una minaccia per il suo Paese. Il Premier etiopico ha lasciato comunque aperta la porta al dialogo affermando che “la politica del governo è quella in primo luogo di risolvere il problema attraverso il negoziato e il dialogo”.
Le Corti di Mogadiscio hanno subito replicato affermando che sono pronti a difendersi contro ogni intervento militare etiopico. Da tempo le Corti denunciano la presenza di militari etiopici a fianco di quelli del governo transitorio, che cercano di contrastare il passo ai guerriglieri di Mogadiscio. L’Etiopia ha smentito di aver proprie truppe impegnate nei combattimenti ma ha ammesso di aver inviato istruttori militari per addestrare i militari del governo somalo di transizione.
La Somalia, priva di un governo unitario dal 1991, è divisa in almeno tre regioni. Il fragile governo di unità nazionale non è riuscito a unificare il Paese e si trova di fronte alla sfida delle Corti islamiche che da mesi hanno preso il controllo della capitale, Mogadiscio. Nel vuoto di potere che si è creato si sono infilati almeno una decina di Paesi africani e non, che secondo un rapporto dell’ONU che sarà presentato ufficialmente domani, 24 novembre, hanno armato le diverse fazioni somale. Le anticipazioni da parte della stampa dei contenuti del rapporto hanno suscitato alcune controversie e diversi Paesi citati nel documento hanno già smentito di aver fornito armi e istruttori militari alle fazioni somale.
Un altro motivo di preoccupazione è dato inoltre dalla mancata accettazione della rettifica di confine tra Etiopia ed Eritrea. Entrambi i Paesi hanno respinto la proposta presentata da una commissione indipendente incaricata di definire il confine della zona contesa che ha suscitato la sanguinosa guerra del 1998-2000 (oltre 200mila morti). (L.M.) (Agenzia Fides 23/11/2006 righe 36 parole 447)


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