EUROPA/ITALIA - “Vi sono più schiavi oggi che in tutto il periodo della tratta africana durata dal 1450 al 1900” dice il Procuratore Generale dei Mercedari, nella sua relazione al Convegno sulle nuove schiavitù

venerdì, 10 novembre 2006

Roma (Agenzia Fides)- “Paradossalmente pochi sanno che la schiavitù esiste ancora. Pochi sono informati dell’esistenza di un Comitato delle Nazioni Unite che si riunisce ogni anno a Ginevra per discutere le forme moderne della schiavitù” afferma p. Damaso Masabo, Procuratore Generale dell’ordine dei Mercedari, nella sua relazione al convegno “Le schiavitù del III° Millennio e la risposta dei Mercedari” che si è aperto oggi, 10 novembre, a Roma.
“La schiavitù è un business in espansione e il numero degli schiavi è in aumento” ricorda p. Masabo, citando uno studio recente. “Si usano schiavi per diventare ricchi e, una volta che si è finito di usarli, non si deve fare altro che scartarli. Questa è la nuova schiavitù, fondata su alti profitti e vite a poco prezzo”.
Il religioso nel descrivere questa triste realtà afferma che “la schiavitù oggi non è espressa negli stessi termini di una volta: lo schiavo non deve necessariamente essere di un certo colore o avere mandibole forti per essere venduto o comprato. Attualmente la domanda si formula nei seguenti termini: “è sufficientemente vulnerabile per essere ridotto allo stato di schiavo?”. La schiavitù moderna è quindi intrinsecamente legata alle migrazioni che interessano decine di milioni di persone in tutto il mondo. P. Masabo ricorda infatti che “le migrazioni sono sensibilmente aumentate durante gli ultimi 40 anni . Tendono ad essere temporanee, suscitando così movimenti ripetuti; ciò costituisce un mercato fruttuoso per le agenzie di reclutamento. I flussi migratori, con il traffico degli esseri umani, prendono un aspetto che può essere definito con una sola parola: profitto. Si suppone che il 15/30% degli immigrati sprovvisti di documenti abbia fatto ricorso ai servizi dei trafficanti”.
Il religioso nota inoltre che “la mancanza di strutture economiche, politiche e sociali per garantire alle donne le stesse opportunità nel mondo del lavoro ha contribuito certamente alla femminilizzazione della povertà, che ha provocato a sua volta una femminilizzazione delle migrazioni, obbligando le donne ad abbandonare le loro case alla ricerca di soluzioni economiche vitali”. Soggetti alle nuove forme di schiavitù sono quindi soprattutto donne e bambini. Le cifre riportate da p. Masabo sono impressionanti: attualmente più di 27 milioni di persone sono soggiogate nel mondo, cifra superiore gli 11.698.000 deportati catturati in Africa tra il 1450 e il 1900. Secondo dati dell’ONU, 4 milioni di donne sono vendute ogni anno per essere obbligate a prostituirsi e ridotte allo stato di schiave o sottomesse al matrimonio forzato, 2 milioni di bambini tra 5 e 15 anni sono introdotti ogni anno nel commercio sessuale. Si calcola che durante gli ultimi 30 anni, altri 30 milioni di donne asiatiche sono cadute nelle reti di sfruttamento.
“In risposta a queste situazioni, i Mercedari creano spazi di libertà e di realizzazione personale per quelle masse di gente che la società postmoderna continua ad abbandonare alla loro propria morte” afferma p. Masabo. “Nelle parrocchie, nelle scuole ed in altre istituzioni i Mercedari portano una forte dose di questo spirito redentore e costituiscono una cornice privilegiata di formazione per rendere testimonianza con parole, fatti e segni vivi, all’azione dello Spirito di Dio che agisce nel mondo contemporaneo attraverso il carisma liberatore della Mercede”.
In pieno 21esimo secolo, i Mercedari, così, tengono vivo lo spirito della loro Congregazione religiosa nata nel 13esimo secolo per liberare gli schiavi cristiani. (L.M.) (Agenzia Fides 10/11/2006 righe 46 parole 590)


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