AFRICA/COSTA D’AVORIO - La Costa d’Avorio alla ricerca di una soluzione dopo il rinvio delle elezioni di ottobre: occorre coraggio per cercare una pace vera e giusta

mercoledì, 6 settembre 2006

Abidjan (Agenzia Fides)- “Il percorso politico della Costa d’Avorio è tracciato fino alla fine di ottobre, quando dovevano tenersi le elezioni, che sono state rinviate sine die. Con il rinvio delle elezioni si è aperto un dibattito su quale direzione prendere in attesa di un nuovo appuntamento elettorale” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale dalla Costa d’Avorio, la cui crisi perdura dal settembre 2002. “Il rinvio delle elezioni di fine ottobre è stato accettato da tutte le parti ivoriane. In effetti mancano le condizioni oggettive per tenera la consultazione elettorale. Non è stato avviato il disarmo delle formazioni combattenti, non è stato fatto un censimento della popolazione né, di conseguenza, elaborato un elenco degli aventi diritto al voto, e non è stata adottata neppure una legge elettorale” spiega la fonte.
Ieri, 5 settembre, i principali esponenti politici del Paese si sono riuniti nella capitale politica, Yamoussoukro, per cercare di sbloccare il processo di pace, senza però pervenire a un accordo. All’incontro, presieduto dal Primo Ministro Konan Banny, hanno partecipato il Presidente Laurent Gbagbo e i suoi oppositori, Alassane Ouattara e Henri Konan Bédié, oltre al capo della ribellione che controlla il nord-ovest del Paese, Guillaume Soro. “Non abbiamo raggiunto un accordo ma siamo intenzionati a proseguire il dialogo per cercare di trovare una soluzione alla crisi” hanno detto i protagonisti dei colloqui al termine della riunione.
“I massimi dirigenti politici ivoriani stanno cercando di raggiungere una soluzione autonoma per evitare un intervento esterno” sottolinea la nostra fonte. “Il 15 settembre infatti, la crisi della Costa d’Avorio sarà al centro della riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che dovrà decidere chi governerà il Paese in attesa delle elezioni”. Il nodo principale da risolvere è il destino dell’attuale Capo dello Stato, Gbagbo. Il suo mandato, già prolungato in precedenza, doveva scadere a fine ottobre con le elezioni. Il rinvio della scadenza elettorale ha aperto il dibattito su chi sarà il Presidente in attesa delle elezioni. Gbagbo afferma che lui, avendo avuto il mandato popolare, deve rimanere Presidente fine alle elezioni. L’opposizione ribatte affermando che in ogni caso il suo mandato non può essere prolungato ulteriormente, oltre il 31 ottobre. Di recente il Presidente del Gabon, Omar Bongo, aveva proposto una “coabitazione” di due anni tra il Presidente Gbagbo e i suoi principali avversari politici. Secondo questa proposta, Gbagbo avrebbe conservato la Presidenza del Paese, Alassane Ouattara avrebbe ottenuto la vicepresidenza, Guillaume Soro sarebbe divenuto Primo Ministro e Henri Konan Bédié Presidente dell’Assemblea Costituente incaricata di elaborare una nuova Costituzione e una nuova legge elettorale. La proposta è stata però respinta dal partito del Presidente, mentre la ribellione si è dimostrata interessata a una sua applicazione.
“È un bene che i principali esponenti politici ivoriani dialoghino, evitando il ricorso alle armi. Ciononostante questo dialogo appare viziato dall’incapacità dei protagonisti di guardare al bene generale del Paese, promuovendo invece solo gli interessi di parte” dice la nostra fonte. Occorre più coraggio e decisione nel cercare una pace vera e giusta”. (L.M.) (Agenzia Fides 6/9/2006 righe 42 parole 524)


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