ASIA/MONGOLIA - Il Vangelo si diffonde e fa breccia in Mongolia soprattutto fra i giovani

sabato, 25 marzo 2006

Ulaanbataar (Agenzia Fides) - La progressiva apertura della Mongolia ai valori democratici e al mondo esterno sta creando spazi sempre maggiori per la pastorale della Chiesa e per l’evangelizzazione: lo ha detto Mons. Venceslao Padilla, Prefetto Apostolico di Ulaanbattar, ricordando che “quando i primi missionari cattolici, un belga e due filippini, sono arrivati in Mongolia nel 1992, nessuno aveva mai sentito parlare di Gesù in questo paese”.
Il Vescovo, che guida la Chiesa cattolica in Mongolia, ha proseguito: “Nel frattempo, abbiamo fondato 3 parrocchie per i 300 cattolici mongoli battezzati. Ora che il governo sta compiendo passi verso la democrazia, inoltre, ci sono molto speranze per la Chiesa cattolica di questo vasto paese. Quest’anno prevediamo di celebrare tra 80 e 100 nuovi Battesimi”.
Il Vescovo, missionario filippino, ha segnalato che nonostante la “forte influenza che esercitano nazioni industrializzate come il Giappone e la Corea del Sud”, il livello di vita medio “continua ad essere molto basso, e praticamente tutte le famiglie mongole hanno un membro che lavora all’estero”.
“Il governo - ha aggiunto - permette l’educazione cattolica e ci ha anche chiesto aiuto nei settori educativo e sociale. Nell’evangelizzazione, tuttavia, serve molta pazienza”.
“Attualmente lavorano in Mongolia 56 missionari di 14 paesi africani, asiatici, europei e latinoamericani. Questo presuppone una grande forza per l’evangelizzazione”, ha riconosciuto il presule, chiedendo il sostegno di istituzioni come “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. (Agenzia Fides 25/3/2006 righe 27 parole 274)


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