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Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Vangelo di queste domeniche riporta alcune guarigioni operate da Cristo nei confronti di lebbrosi e paralitici, in cui lo stesso Gesù “mostra di voler guarire prima di tutto lo spirito”: su questo tema si è soffermato il Santo Padre Benedetto XVI nel suo discorso prima della recita dell’Angelus, domenica 19 febbraio. Richiamando la guarigione del paralitico, il Papa ha sottolineato che “il paralitico è immagine di ogni essere umano a cui il peccato impedisce di muoversi liberamente, di camminare nella via del bene, di dare il meglio di sé. In effetti, il male, annidandosi nell’animo, lega l’uomo con i lacci della menzogna, dell’ira, dell’invidia e degli altri peccati, e a poco a poco lo paralizza”. Per questo Gesù, prima di guarirlo dalla sua infermità materiale, dice al paralitico: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. “Il messaggio è chiaro: l’uomo, paralizzato dal peccato, ha bisogno della misericordia di Dio, che Cristo è venuto a donargli, perché, guarito nel cuore, tutta la sua esistenza possa rifiorire”.
Il Santo Padre ha quindi proseguito: “Anche oggi l’umanità porta i segni del peccato, che le impedisce di progredire speditamente in quei valori di fraternità, di giustizia, di pace che pure si è proposta in solenni dichiarazioni”. Il cammino dello sviluppo integrale dell’umanità è frenato da molteplici cause, tuttavia “la Parola di Dio ci invita ad avere uno sguardo di fede e a confidare, come quelle persone che portarono il paralitico, che solo Gesù può guarire veramente”. A questo proposito Benedetto XVI ha richiamato la sua prima Enciclica “Deus caritas est”, nella quale ha additato ai credenti e al mondo intero “Dio come fonte di autentico amore”. “Solo l’amore di Dio può rinnovare il cuore dell’uomo - ha sottolineato il Papa -, e solo se guarisce nel cuore l’umanità paralizzata può rialzarsi e camminare. L’amore di Dio è la vera forza che rinnova il mondo”. (S.L.) (Agenzia Fides 20/2/2006 - righe 21, parole 315)
