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Bangkok (Agenzia Fides) - Nei campi profughi al confine fra Thailandia e Myanmar, nelle tendopoli allestite in Indonesia, Sri Lanka, India, all’indomani dello tsunami, ma anche al confine fra Nepal e Bhutan, come a Timor Est, in Cambogia, fino all’Australia: sono diversi i paesi asiatici dove operano i volontari del Jesuit Refugee Service (Jrs), l’organizzazione che da 25 anni è al servizio dei profughi di tutto il mondo.
“Oggi - spiega il Jrs, attivo in oltre 55 paesi - ci sono nel mondo più di 45 milioni di rifugiati e di sfollati, di cui l'80% sono donne e bambini. Ospitati spesso nei paesi più poveri, devono affrontare una povertà crescente, la perdita del senso della vita e della cultura, con il venir meno della speranza, anzi, con la disperazione che ne consegue. Il Jrs accompagna un gran numero di questi fratelli e sorelle, servendoli come compagni e difendendo la loro causa in un mondo che spesso non se ne cura affatto”.
Fu l’ex superiore generale dei Gesuiti, p. Pedro Arrupe, a fondare il Jrs nel 1980, “come risposta materiale, spirituale e pedagogica” ai crescenti bisogni dei rifugiati in tutto il mondo. In occasione delle “nozze d’argento” dell’organizzazione, il Jrs, diretto oggi dal Gesuita p. Lluis Magrina, ha pubblicato tre libri: il primo testo ripercorre la storia del Jrs e si intitola “Una ferita alla frontiera: 25 anni con i rifugiati”. Il secondo, di taglio più spirituale, è “Dio in esilio: per una spiritualità condivisa con i profughi”. L’ultimo, dal titolo “Orizzonti dell’apprendere: 25 anni di educazione del Jrs”, descrive il servizio della Jrs nel campo dell’istruzione.
Oggi il motto dei volontari del Jrs resta sempre “Accompagnare, servire, difendere” i diritti dei rifugiati e degli sfollati. Lo scopo del Jrs è intimamente legato alla missione della Compagnia di Gesù, ovvero di promuovere la giustizia del Regno di Dio, in dialogo con altre culture e religioni.
(PA) (Agenzia Fides 19/11/2005 Righe: 25 Parole: 252)
