AFRICA/CONGO RD - La tragedia della conquista di Uvira: “droni, razzi e bombe di mortaio sui civili”

lunedì, 15 dicembre 2025

Kinshasa (Agenzia Fides) – Il 10 dicembre 2025 le truppe dell’M23/AFC (Alleanza del Fiume Congo), sostenute da truppe ruandesi, hanno dichiarato l’avvenuta conquista di Uvira, seconda grande città, dopo Bukavu, del Sud-Kivu, la provincia dell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) in preda alla guerra di aggressione insieme al Nord-Kivu (vedi Fides 10/12/2025).
All’Agenzia Fides è giunta la seguente testimonianza da fonti locali che per motivi di sicurezza desiderano non essere citate.
“Dopo dieci mesi, l’esercito ribelle e invasore è riuscito a sfondare la linea di fronte che le truppe congolesi, sostenute dai partigiani Wazalendo e dalle truppe burundesi, avevano stabilito a Katogota (teatro di un massacro nel 2000 durante la seconda guerra nella RDC), agli inizi della piana di Ruzizi. I militari burundesi sono rientrati in patria martedì 9 dicembre mattina, e il resto delle difese congolesi è indietreggiato fino a lasciare la città di Uvira, due giorni prima dell’ingresso degli invasori. In due giorni circa 40.000 persone si sono rifugiate in Burundi.
La traversata della Piana di Ruzizi è stata una tragedia per le popolazioni dei villaggi lungo la strada, costrette alla fuga dai bombardamenti mediante droni, razzi e bombe di mortaio. E tanti sono stati uccisi durante la fuga ma anche all’ingresso delle truppe d’invasione a Uvira. La città è stata bombardata durate tutta la giornata di mercoledì 10 dicembre.
Il bilancio ufficiale dell’avanzata, pubblicato il 10 dicembre dal portavoce governativo, parla di “più di 413 civili uccisi da colpi d’arma da fuoco, granate e bombe di Kamanyola, Katogota, Luvungi, Bwegera, Luberizi, Mutarule, Lemera, Kiliba, Sange, Uvira, fra cui molte donne, bambini, giovani, famiglie intere”. Mancano al conto i deceduti della città di Uvira. Il comunicato segnala anche la fuga da Uvira di circa 200.000 persone: alcune, finché le frontiere erano aperte, verso il Burundi, altre verso i villaggi a sud, come Baraka (dove si sono rifugiati militari e autorità in fuga da Uvira), Fizi ed altri. Il governo ufficiale si è trasferito a Baraka.
L’intento finale dei nuovi occupanti, non è però la città d’Uvira appena presa, ma l’occupazione dell’antico Katanga, a sud, rigurgitante di giacimenti di rame, cobalto e altri minerali. Dunque la prossima tappa da conquistare sarà Kalemie a circa metà lago Tanganika, porta di ingresso al Katanga. Lì ci sono anche gli interessi dell’ex Presidente Kabila, la fabbrica di cemento e la materia prima per farlo, che esportava, via Uvira, con i suoi 150 camion in Ruanda, Burundi e Bukavu.
Lì, gli interessi delle componenti ribelli si divideranno: al Ruanda, e all’M23 suo vassallo, basterà probabilmente aver occupato la parte est del Paese, la più ricca in minerali; Corneille Nangaa con la sua AFC invece mira al rovesciamento del regime di Kinshasa. Frizioni all’interno dei gruppi associati nella conquista sembrano apparire anche nell’uccisione a Goma, lo stesso 10 dicembre, di un noto giornalista al servizio dell’AFC, Magloire Paluku”.
Papa Leone XIV dopo l’Angelus di ieri, domenica 14 dicembre, ha lanciato un accorato appello alle “parti in conflitto nell’est della Repubblica Democratica del Congo” perché “cessino ogni forma di violenza e a ricerchino un dialogo costruttivo, nel rispetto dei processi di pace in corso”. (L.M.) (Agenzia Fides 15/12/2025)


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