The Voice
Sargodha (Agenzia Fides) - Haroon Shehzad è un uomo libero. Il cristiano pakistano, un 49enne di Sargodha (in Punjab), accusato e processato per blasfemia, è stato assolto da una sentenza pronunciata dalla Corte distrettuale di Sargodha l’8 novembre. Lo riferisce all'Agenzia Fides l’avvocato Aneeqa Maria Anthony, dell'organizzazione "The Voice", che ha seguito il suo caso e ha curato la difesa di Haroon in tribunale per due anni. “The Voice” esprime la sua soddisfazione perché “l’uomo può tornare dalla sua famiglia", ma rileva le gravi sofferenze che l'uomo e la sua famiglia hanno dovuto sopportare solo per aver postato un brano biblico su Facebook.
A giugno del 2023 Haroon Shehzad è stato accusato di blasfemia per aver condiviso, senza alcun commento, un brano tratto dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1 Cor 10, 18-22) sui social media come Facebook (vedi Fides 5/7/2023). Il brano postato senza commenti, così dice: “Guardate l'Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare? Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?”
Il post, che conteneva il brano delle Sacre Scritture, è stato maliziosamente travisato da un musulmano locale, del villaggio di Chak 49 (Shumali) Nord, nei pressi di Sargodha, ed è stato considerato come un insulto alla festa islamica del sacrificio, la "Eid-Ul-Azha". L'uomo ha invocato una reazione collettiva dei musulmani: tensioni e violenze sono scoppiate nella comunità che hanno costretto decine di famiglie cristiane, come quella di Haroon, a fuggire dalle loro case. In queste circostanze il team di “The Voice Society” è intervenuta per salvare Haroon e la sua famiglia, offrendo all'uomo un rifugio in un luogo sicuro.
Dopo la registrazione di una denuncia formale alla polizia (FIR), "The Voice" ha fornito a Shehzad un supporto legale completo. Sebbene il giudice della Corte distrettuale di Sargodha avesse concesso ad Haroon la libertà su cauzione, l'uomo è stato successivamente preso in custodia quando si è presentato alla stazione di polizia. Il procedimento davanti al tribunale di primo grado è iniziato in circostanze intimidatorie: all'udienza dell'11 luglio 2023, la presenza di circa 150 tra religiosi islamici e manifestanti ha creato un ambiente di forti pressioni tanto che il giudice ha annullato la libertà su cauzione.
Dopo che Haroon è stato trasferito in carcere, gli avvocati hanno presentato una nuova richiesta di libertà su cauzione all'Alta Corte di Lahore che, a novembre 2023, l’ha concessa. Nelle successive udienze, nonostante i pericoli, "The Voice" ha proseguito la sua opera: “Siamo rimasti saldi nel nostro dovere, gestendo sia la difesa legale che l'immensa responsabilità per la sicurezza di Haroon. Questo impegno è stato premiato l'8 novembre 2025, quando la Corte ha ascoltato le argomentazioni finali e ha concesso ad Haroon Shehzad l'assoluzione completa”, riferisce oggi l'avvocato Anthony.
“Questa vittoria legale rappresenta un significativo momento di giustizia, ottenuto in un contesto di pressioni e intimidazioni. Vorrei sottolineare l'estrema vulnerabilità delle minoranze religiose. Oggi Haroon è libero ma temiamo per la sua vita, potrebbe essere vittima di un attacco extragiudiziale. Sono ancora tante e profonde le sfide che affrontiamo per ottenere in questo paese una vera giustizia e parità di diritti nella società pakistana”, conclude.
(PA) (Agenzia Fides 14/11/2025)