ASIA/MYANMAR - Giubileo della vita consacrata: missionari di speranza in un paese sfigurato dalla guerra

venerdì, 10 ottobre 2025 giubileo   vita consacrata  

Archdiocese of Yangon

Yangon (Agenzia Fides) - Nel Myanmar travagliato da un conflitto civile in corso da oltre quattro anni, resta significativa la presenza e la forza vitale dell'apostolato dei religiosi e delle religiose, portatori e autentici missionari di speranza. E' quanto è emerso nelle celebrazioni del Giubileo della vita consacrata che, in diverse diocesi, hanno riunito uomini e donne consacrate che hanno pregato e rinnovato l'impegno nella loro missione: La popolazione birmana, in tutte le diverse realtà e stati, ha voluto esprimere profonda riconoscenza ai religiosi per la loro testimonianza di fede, speranza e carità in ogni angolo del Paese.
Oltre 200 religiosi e religiosi si sono riuniti per la celebrazione giubilare nella cattedrale di St. Mary a Yangon l'8 ottobre 2025, affidandosi al Signore e rinnovando la loro missione di speranza per una nazione che affronta sofferenze, violenza e difficoltà. L'evento ha riunito 20 diverse congregazioni provenienti da tutta l'arcidiocesi di Yangon, all'insegna di parole-chiave come "gratitudine, entusiasmo e speranza".
Il Cardinale Charles Bo, Arcivescovo di Yangon ha ricordato le parole di San Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000, sottolineando che "ogni giubileo richiede tre atteggiamenti importanti: gratitudine per il passato, entusiasmo per il presente e speranza per il futuro". La gratitudine è segno della santità: "Una persona grata è una persona santa", ha affermato. "Siamo grati a Dio per la vita, per la nostra vocazione e per l'ispirazione dei nostri fondatori". Sul secondo punto, il Cardinale ha incoraggiato i religiosi a vivere con gioia il momento presente che "è sempre un dono". Ha poi ha esortato tutti a guardare al futuro con speranza, soprattutto in un contesto che affrontare incertezza e negatività: "Anche nei momenti di scoraggiamento, siamo chiamati ad attendere con fiducia, a pregare con i salmi e a trovare speranza nella semplicità, nell'umiltà e nella mitezza".
Il domenicano p. Philip Soreh OP ha poi tenuto un intenso discorso sulla vita consacrata come "vita di costruzione di ponti", affrontando anche il tema delle sfide poste dalle tecnologie moderne e della intelligenza artificiale, sottolineando "il valore insostituibile della comunità umana". In un proficuo scambio di esperienze, le diverse congregazioni religiose (a Yangon ne sono presenti 42) hanno poi testimoniato i loro carismi e ministeri, che spaziano dall'istruzione, all'assistenza sanitaria e ad altre opere sociali.
In un altro contesto difficile, nella diocesi di Pyay, nello stato Rakhine, nell'Ovest del Myanmar, l'8 ottobre il Vescovo, Mons. Peter Tin Way ha celebrato la messa in una struttura delle Suore di Nostra Signora delle Missioni (RNDM), con la partecipazione di un'assemblea di circa 50 religiose.
All'Eucaristia, tenutasi nell'auditorium della Scuola del Sacro Cuore, era presente mons. Andrea Ferrante, Incaricato d'Affari nella Nunziatura Apostolica in Myanmar, che ha tenuto l'omelia. Così si è rivolto ai presenti mons. Ferrante: "Viviamo in tempi difficili e di grande sofferenza nel mondo. La sfida più grande è la perdita di fede e della fiducia in Dio. Gli uomini e le donne di questa generazione hanno un grande bisogno di incontrare il Signore e il suo messaggio liberante di salvezza. Da quando sono in Myanmar, sono felice di conoscere la vostra fede, il vostro coraggio, il vostro amore per Cristo e la Chiesa, e la vostra generosa dedizione al servizio, nel nome di Cristo, dei poveri, dei malati, dei bambini e dei giovani. In questa celebrazione, ricordiamo i missionari che hanno pagato la loro scelta di fedeltà a Cristo con la testimonianza del loro sangue".
"Non siete chiamati a trovare la soluzione a tutti i problemi - ha precisato l'Incaricato d'Affari della Santa Sede - ma a essere presenti nel mondo per donare pace e aiutare i nostri fratelli e sorelle a vivere con dignità e umanità. Non siamo soli nel nostro cammino. Il Padre Nostro contiene la certezza della promessa fatta da Gesù ai suoi discepoli: «Non vi lascerò orfani»(Gv 14,18), e ci offre la fiducia per accogliere e accogliere il dono dei fratelli".
Dopo la messa vi è stato un incontro con tutti i religiosi, occasione in cui Mons. Ferrante ha rivolto ai presenti un saluto a nome di Papa Leone XIV, ringraziandoli per la loro dedizione e per lo zelo apostolico nell'opera di evangelizzazione attraverso scuole, centri di accoglienza per bambini e ragazzi, assistenza ai malati e altre opere sociali. Tutte queste opere risultano particolarmente preziose in un tempo in cui, in varie regioni del Myanmar i minimi servizi sociali pubblici sono interrotti a causa dei combattimenti. Alla celebrazione erano presenti anche i membri di altre denominazioni cristiane e rappresentanti buddisti. I religiosi e le suore hanno continuato il raduno con due giornate di approfondimento e condivisione dei propri carismi e della propria missione.
(PA) (Agenzia 10/10/2025)


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