EUROPA/INGHILTERRA - Lettera aperta di nove leader religiosi esprime preoccupazione per la legalizzazione dell'eutanasia: “Il cosiddetto 'diritto a morire' si trasformerebbe inesorabilmente in ‘dover morire’”

venerdì, 14 ottobre 2005

Londra (Agenzia Fides) - Con una iniziativa senza precedenti, nove leader religiosi, rappresentanti le 6 principali religioni del Regno Unito (cristiani, buddisti, musulmani, ebrei, indù e sikhs) hanno firmato una lettera indirizzata ai membri del Parlamento e alla Camera dei Lord che stanno dibattendo sulla legalizzazione dell'eutanasia, in cui esprimono la loro preoccupazione per una legge che può “alterare radicalmente la base morale” della società e “minare il valore della vita”.
I firmatari, esprimendo la loro convinzione che “ogni vita umana è sacra e degna del maggior rispetto”, considerano loro dovere puntualizzare alcuni aspetti del dibattito in corso. In primo luogo affermano che le cure palliative stanno avanzando molto rapidamente nel paese e pertanto, “l'argomento che il suicidio assistito o l'eutanasia sono necessari per far fronte alla sofferenza della malattia terminale è falso”. Quindi citano una serie di dati riguardanti i problemi che stanno sperimentando i paesi che hanno legalizzato l'eutanasia, mettendo in rilievo che una volta autorizzata l'eutanasia è praticamente impossibile controllare se la pratica si attiene a quello che dice la legge o meno.
Secondo i leader religiosi la maggioranza dei medici è contraria all'eutanasia, e anche le inchieste d’opinione secondo cui la maggioranza delle persone sono favorevoli, non sono attendibili in quanto basate sul 'si' o sul 'no', senza risposte alternative come quella delle cure palliative, né offrono spiegazioni sufficienti sulle conseguenze della modifica della legge.
Infine affermano che “il suicidio assistito e l'eutanasia cambieranno radicalmente l'aria sociale che respiriamo, danneggiando gravemente il rispetto per la vita”. L'antico Comitato dei Lord - continua la lettera - si oppose a realizzare modifiche su questo tema considerando che “le persone vulnerabili - anziani, coloro che vivono soli, malati - potrebbero sentirsi spinti a mettere fine alla loro vita al più presto possibile. Il cosiddetto ‘diritto a morire’ si trasformerebbe inesorabilmente in dover morire e, potenzialmente, le pressioni economiche e di convenienza dominerebbero le decisioni da prendere”. (RG) (Agenzia Fides 14/10/2005, righe 24, parole 325)


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