AFRICA/NIGERIA - Congresso Missionario Nazionale chiede di avviare la canonizzazione di chi è ucciso "in odium fidei" e strategie di protezione dalle violenze che colpiscono la comunità ecclesiale

sabato, 18 novembre 2023 chiese locali   missionari   martiri   violenza   rapimenti   aree di crisi  

Owerri (Agenzia Fides) - Oltre 300 tra vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici, provenienti dalle nove Province Ecclesiastiche della Chiesa nigeriana hanno preso parte al V Congresso Missionario Nazionale (NAMICON V) organizzato dalle Pontificie Opere Missionarie Nigeriane e dal Dipartimento Missione e Dialogo del Segretariato Cattolico della Nigeria.
Il Congresso Missionario Nazionale si svolge solitamente ogni quattro anni e l’ultimo ha avuto luogo in Benin City (Stato di Edo) nel 2019. Il tema che ha fatto da filo conduttore ai quattro giorni di Congresso trascorsi tra presentazioni di paper, discussioni di gruppo e condivisione di esperienze, è stato “Non temere, perché io sono con te” (Isaia 41:10). Il tema è di attualità alla luce della condizione che vive il Paese, nel quale molte persone vanno avanti nella paura, soprattutto a causa dell’instabilità e dell’insicurezza socioeconomica. Il Vescovo di Yola, Mons. Stephen Dami Mamza, ha incoraggiato tutti a continuare a diffondere e testimoniare il Vangelo nonostante le prove complesse che attraversa il Paese e ricordando sempre che “non dobbiamo temere perché il Signore è con noi fino alla fine dei tempi”.
Nella risoluzione finale stilata a fine convegno e composta da sei punti si legge: “Il Congresso ha come scopo quello di ricordare ad ogni cristiano la responsabilità missionaria di ogni battezzato, nonostante le prove che ciò comporta; esso è stata anche l'occasione per fare un bilancio di come siamo andati come Chiesa dall'ultimo Congresso. A seguito delle sfide alla sicurezza che affrontiamo quotidianamente nel Paese, che ostacolano le opere missionarie e smorzano l'entusiasmo missionario, il tema del congresso di quest'anno, "Non temere, perché io sono con te", è stato davvero un chiaro appello a rimanere saldi, anche in mezzo di persecuzioni, minacce alla vita e alle attività missionarie”. Uno dei punti nodali della risoluzione è stato proprio quello dedicato alla sicurezza: i cristiani sono stati invitati a prepararsi alle prove, avvalendosi anche del diritto all’autodifesa, sancito dalla Costituzione della Repubblica Federale della Nigeria, e ad impegnarsi per sradicare l’insicurezza del Paese. In relazione a questo punto è stato affrontato il grande tema delle persecuzioni e del sangue dei martiri come seme fecondo della Chiesa. Riconoscendo come fatto assodato che dal martirio, per grazia, possono essere generati frutti di vita buona nella fede, è stato incoraggiato l’avvio dei processi di canonizzazione delle persone uccise perché cristiane e in odio alla fede da Boko Haram e dai banditi ed inoltre è stato chiesto alla Chiesa di riconsiderare la strategia per proteggere i suoi membri dalla persecuzione. Spazio anche nella risoluzione al tema dei giovani e al loro maggiore coinvolgimento nel cammino ecclesiale, così come ad un uso più consapevole e corretto dei mezzi digitali.
(EG) (Agenzia Fides 18/11/2023)


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