ASIA/INDONESIA - Il cammino verso le elezioni presidenziali, per costruire un'Indonesia pacifica

giovedì, 16 novembre 2023 elezioni   politica  

Creative Commons E. Girardet

Jakarta (Agenzia Fides) - Entra nel vivo la corsa per le elezioni presidenziali in Indonesia. La Commissione elettorale indonesiana ha annunciato i tre candidati a succedere all'attuale presidente Joko Widodo alla guida della terza democrazia più grande del mondo, nelle elezioni presidenziali del febbraio 2024, stabilendo che la campagna elettorale si aprirà il 28 novembre. Sono oltre 205 milioni i cittadini chiamati alle urne il 14 febbraio prossimo per eleggere il presidente nel paese a maggioranza islamica più popoloso al mondo (273 milioni di abitanti).  
I candidati, ognuno con il suo vicepresidente, sono: Anies Baswedan con Muhaimin Iskandar; Ganjar Pranowo, affiancato da Mahfud M.D.; Prabowo Subianto con Gibran Rakabuming Raka.
Il Partito Democratico Indonesiano di Lotta (PDI-P) dell'attuale presidente Joko Widodo ha scelto Pranowo come candidato e il Ministro della Sicurezza, Mahfud, come suo vice.
Il candidato Baswedan, che guida la "Coalizione del cambiamento per l'unità", composta da Partito Democratico nazionale, Partito della Giustizia e prosperità, Partito democratico, ha voluto cooptare Iskandar, il presidente del Partito islamico del risveglio nazionale (PKB), come suo compagno di corsa elettorale, puntando all'appoggio dei musulmani conservatori e dei gruppi islamici. 
Prabowo Subianto, attuale ministro della difesa e fondatore del "Partito del Movimento della Grande Indonesia" (Gerindra)  di orientamento nazionalista e conservatore, ha formato una solida coalizione con il Partito del risveglio nazionale e poi con i partiti "Golkar"e  "National Mandate". 
Sul delicato momento politico che attraversa il paese, si sono espressi nella recente assemblea della conferenza episcopale (4-11 novembre), i Vescovi  cattolici indonesiani , che hanno sollevato alcune perplessità: una “malsana concorrenza” tra i candidati. hanno scritto, ha causato un “degrado della qualità della democrazia” nella politica indonesiana che si avvia alle  elezioni del 2024. Ciò ha reso il confronto politico fin troppo acceso,  scivolando verso  la “minaccia di conflitto orizzontale” causata dallo scontro dei diversi interessi politici e aggravata da "un abuso mediatico dell’informazione, che si è prestata a diffondere menzogne, calunnie e persino ostilità”.
In tale cornice,  i Vescovi hanno messo in guardia dai pericoli di "politiche identitarie basate sull'etnia, sulla religione, sulla razza e su gruppi ristretti, che tendono ad essere sfruttate dai concorrenti politici", si legge in un testo diffuso al termine della conferenza.
"Discriminazione, povertà, disuguaglianza, corruzione, collusione e nepotismo, insieme a disuguaglianza sociale, terrorismo, radicalismo e intolleranza, che fluttuano in modo drammatico, si incontrano frequentemente in questa nazione", si legge nella dichiarazione. "Siamo tenuti a prestare seria attenzione  a questi problemi, ascoltando la sofferenza della gente, e anche a riconoscere  individui  che tentano di sfruttarli per tornaconto personale o di gruppo”
Ripercorrendo il tema dell'assemblea che era  “Camminare insieme verso un’Indonesia pacifica”, i Pastori cattolici indonesiani prevedono che "il 2024 sarà un anno con alte temperature politiche", e possibili conflitti sociali. In questa situazione, occorre tenere saldi i principi fondamentali della vita democratica e il  rispetto e della natura stessa della nazione indonesiana, basata sul motto "unità nella diversità".  I  Vescovi hanno invitato fin d'ora  i loro connazionali a "sostenere sinceramente il governo che sarà eletto e incaricato dal popolo indonesiano". "Siamo tutti chiamati  - scrivono - a lavorare insieme per promuovere politiche giuste e beneficio di tutti, per costruire una Indonesia dignitosa pacifica, con 'un solo pensiero, un solo amore, una sola anima, un solo obiettivo, senza cercare i propri interessi o vane lodi' (Fil 2, 2-3)".
A tal fine, un menzione speciale è stata dedicata alla crisi in corso nella regione della Papua indonesiana, dove il conflitto tra i gruppi ribelli e le forze di sicurezza in alcune province crea disagio e sofferenza tra la popolazione civile. I Vescovi hanno chiesto al governo presente e futuro di "impegnarsi nel dialogo” e di attivarsi per incontrare e  negoziare con tutti i gruppi della Papua, "coinvolgendo leader religiosi, leader tradizionali, donne leader, leader ecclesiastici e capi tribù”.
(PA) (Agenzia Fides 16/11/2023)


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