ASIA/SRI LANKA - Una Commissione parlamentare per fare verità e giustizia sugli attacchi di Pasqua, mentre si soffre per la crisi economica

giovedì, 7 settembre 2023 diritti umani   povertà   giustizia   violenza  

Caritas Sri Lanka

Colombo (Agenzia Fides) – “Le vittime degli attentati del 2019 hanno diritto ad avere verità e giustizia. E' un appello cui non possiamo rinunciare e su cui coinvolgiamo le autorità civili e le istituzioni internazionali", dice p. Nicholas Subasinghe, sacerdote singalese che accompagna il cammino di ripresa delle famiglie vittime di quegli attacchi, mentre il governo dello Sri Lanka ha annunciato la creazione di una Commissione parlamentare di inchiesta: l'organismo dovrebbe indagare sulle accuse secondo cui funzionari dell'intelligence srilankese sono stati complici degli attentati della domenica di Pasqua, il 21 aprile del 2019. Quegli attacchi, che uccisero 269 persone, tra cui 42 stranieri provenienti da 14 paesi e furono realizzati con attentati suicidi simultanei, hanno preso di mira tre chiese – due cattoliche e una protestante – e tre hotel turistici durante le celebrazioni pasquali.
Il sottosegretario alla Difesa, Pramitha Tennakoon, ha riferito in Parlamento che il governo ha deciso di nominare una Commissione di inchiesta per verificare le accuse contenute in un documentario mandato in onda dal canale della Tv inglese “Channel 4”. Nel documentario, un uomo afferma di aver organizzato un incontro tra un gruppo locale che si ispirato allo Stato islamico (il National Thowheed Jamath) e un alto funzionario dell'intelligence statale: il fine sarebbe stato escogitare un piano per creare insicurezza nello Sri Lanka e consentire così a Gotabaya Rajapaksa di vincere le elezioni presidenziali di quell'anno. L'uomo intervistato, Hanzeer Azad Maulana (emigrato in Europa), era portavoce di un gruppo staccatosi dai ribelli delle "Tigri Tamil", che hanno combattuto la guerra civile fino al 2009. Maulana riferisce di aver organizzato nel 2018 un incontro tra estremisti ispirati all’ISIS e un alto ufficiale dell’intelligence, su indicazione del suo capo dell’epoca, Sivanesathurai Chandrakanthan.
Allora Gotabaya Rajapaksa era un alto funzionario della difesa e suo fratello maggiore, Mahinda Rajapaksa, era stato sconfitto nelle elezioni del 2015 dopo 10 anni al potere. Dopo il caos sociale e politico creato dagli attentati del 2019, Gotabaya Rajapaksa salì effettivamente al potere fino a quando non è stato costretto a dimettersi, a metà del 2022, dopo le proteste sociali di massa causate dalla grave crisi economica che ha investito il paese.
Secondo Maulana, Chandrakanthan avrebbe accettato di “usare” gli estremisti islamici del National Thowheed Jamath, in collaborazione con alcuni settori dell'intelligence, perché, secondo questi ultimi, “creare insicurezza e destabilizzare la nazione era l'unico modo per riportare al potere la famiglia Rajapaksa". Channel 4 ha riferito che Maulana era stato ascoltato anche dagli investigatori delle Nazioni Unite e dai servizi segreti europei riguardo alle sue affermazioni.
I parlamentari pro-Rajapaksa hanno respinto le accuse contenute nel documentario, mentre nella Chiesa cattolica srilnkese si registrano voci favorevoli, sebbene con un certo scetticismo, perchè si verifichi la veridicità di quelle affermazioni e si seguano le piste investigative apertesi. Il Cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, ha ricordato che finora le autorità civili non hanno dato seguito nè sostenuto adeguatamente le precedenti Commissioni parlamentari e presidenziali nominate per indagare sugli attacchi. La Chiesa cattolica srilankese, duramente colpita in quegli attentati "spera sinceramente che tutte le richieste di giustizia vengano esaudite dal presidente e dal governo dello Sri Lanka", perchè, "se non si avvia un’indagine trasparente e sincera, non sarà data verità e giustizia alle vittime". A quattro anni da quei tragici eventi, i fedeli srilankesi chiedono ancora "un’indagine internazionale trasparente per scoprire la verità sull’attacco”.
Se la verità sui fatti del 2019 è una delle questioni che non è mai scomparsa dall'agenda sociale e politica, il tema principale che oggi tocca la vita nazionale è il lento processo di uscita dalla crisi economica che ha flagellato lo Sri Lanka lo scorso anno.
Secondo una recente indagine dell'UNDP (il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite), oltre la metà della popolazione è "vulnerabile sotto diversi aspetti". Lo studio promosso dal tra il 2022 e il 2023 ha rilevato che il 55,7% della popolazione dello Sri Lanka, ovvero oltre 12 milioni di persone versa in condizioni di estrema fragilità e vulnerabilità, con picchi di vera indigenza. L’UNDP che ha contattato 25.000 famiglie in tutto il paese, ha rilevato che la metà della popolazione è in sofferenza su tre versanti: istruzione, salute, tenore di vita – e in 12 indicatori, tra i quali la frequenza scolastica, condizioni fisiche, malattie, disoccupazione e indebitamento.
Oltre 12,34 milioni di persone sui 22,16 milioni di abitanti dello Sri Lanka sono stati gravemente colpiti dalla crisi e rimangono vulnerabili, nonostante i segnali di un'economia definita "in ripresa”. Numerose famiglie hanno ridotto il consumo di cibo e ritirato i propri figli da scuola per far fronte agli alti costi della vita. Il rapporto UNDP rileva che l’82% delle famiglie vulnerabili vive nelle zone rurali e auspica maggiore attenzione della politica verso la gente che vive in quelle aree. Inoltre, lo studio nota che un terzo della popolazione ha contratto debiti per soddisfare bisogni essenziali come cibo, assistenza medica, istruzione. ll documento segue un rapporto dell'UNICEF che indicava alti livelli di malnutrizione tra i bambini dello Sri Lanka nel 2022.
A marzo 2023 il governo di Colombo ha ottenuto il sostegno del Fondo monetario internazionale (FMI) tramite un pacchetto di 3 miliardi di dollari da erogare in quattro anni e il presidente Ranil Wickremesinghe si è impegnato a riportare l’economia del paese sulla via della ripresa. I dati della Banca Centrale mostrano un rallentamento del tasso di inflazione nel mese di agosto, scesa al 4% (rispetto al 6,3% registrato nel mese precedente). Tuttavia, i numeri devono ancora tradursi in un sollievo concreto per la maggior parte dei cittadini.
Seguendo il programma del Fondo monetario internazionale, il governo ha iniziato a erogare sussidi economici a 1,5 milioni di famiglie identificate come indigenti e aventi diritto. Secondo alcune organizzazioni della società civile, tale programma di sostegno sociale è del tutto inadeguato a combattere la grave situazione economica che tocca un numero di famiglie decisamente superiore quelle sostenute tramite il sussidio.
(PA) (Agenzia Fides 7/9/2023)


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