AMERICA/HAITI - Haiti ostaggio di bande armate. La popolazione organizza gruppi di autodifesa e diffida di possibili interventi militari targati ONU

lunedì, 22 maggio 2023

Port au Prince (Agenzia Fides) – Haiti è nel caos. In particolare la sua capitale Port-au-Prince, è da tempo tenuta in ostaggio da bande armate, tutte coinvolte in attività criminali che vanno dall'estorsione al traffico di droga fino al rapimento a scopo di riscatto. La situazione è talmente grave che le Nazioni Unite premono per l'invio di una forza internazionale, con il Consiglio di Sicurezza che, pur riconoscendo il deterioramento della situazione della sicurezza nel Paese, non riesce a trovare un accordo per formarne uno. Nel frattempo, la popolazione haitiana è lasciata sola. Di fronte alla violenza e all'incompetenza delle forze dell'ordine, gli haitiani si organizzano in gruppi di autodifesa, aumentando i rischi.
“La popolazione non ha fiducia nei leader o nella Comunità internazionale. Pochi mesi fa, il governo in carica aveva chiesto l'aiuto della comunità internazionale per avere una forza internazionale che aiutasse a combattere le bande armate” dichiara all’Agenzia Fides padre Nestor Fils-Aimé, Superiore provinciale del Canada dei Chierici di San Viatore (CSV) presenti sull’isola. “La popolazione era diffidente poiché questi interventi militari - ce ne sono stati diversi negli ultimi 30 anni - non hanno mai prodotto nulla. Non hanno mai mirato a sradicare il banditismo in modo duraturo. Inoltre, alcuni membri del governo e agenti della polizia nazionale hanno stretti legami con i banditi e proteggono questi criminali.”
“La situazione è insostenibile per tutti. Diverse chiese hanno dovuto chiudere i battenti – sottolinea il missionario. Ci sono stati rapimenti all'interno delle chiese stesse (vedi Agenzia Fides 14/3/2023). La Chiesa ripete che la soluzione non può essere cercata nella violenza e nella 'giustizia fai da te'.. Ciò che si desidera e si richiede è una vera e propria smobilitazione dei gruppi armati, il controllo delle armi da fuoco e l'istituzione di un vero e proprio sistema giudiziario. Se si desidera una pace duratura le condizioni sono queste” aggiunge p. Nestor.
Il Viatoriano spiega inoltre che a sfiduciare ulteriormente la popolazione è stato il riconoscimento e incoraggiamento da parte di Helen Lalime, rappresentante delle Nazioni Unite ad Haiti, della federazione di un gruppo di nove bande armate chiamato ‘G9 en famille’. “E’ stata proprio questa comunità internazionale ad insediare un governo che non si preoccupa delle rivendicazioni popolari e non mostra alcun desiderio di porre fine alle bande armate che terrorizzano la popolazione. Quando il governo di Ariel Henry, presidente di Haiti e primo ministro di Haiti ad interim dal 20 luglio 2021, ha chiesto l'intervento delle Nazioni Unite, la popolazione lo ha visto come un modo per proteggere il suo impopolare governo e poter organizzare elezioni a favore del gruppo di Michel Marthély, presidente della Repubblica di Haiti dal 14 maggio 2011 al 7 febbraio 2016, il PHTK (Parti Haïtien Tèt Kale) (Haitian Party of the Shaved Head), acronimo che è un miscuglio di creolo francese e haitiano.”
“Finora – conclude p. Nestor - la comunità internazionale non aveva mai dato una risposta seria al governo haitiano. Tra tante esitazioni e titubanze nessun Paese voleva guidare una forza internazionale. È solo quando la popolazione ha cominciato a farsi giustizia da sola e le sommosse sono diventate minacciose anche per certi leader politici che improvvisamente il Consiglio di Sicurezza parla di una forza internazionale.”
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aveva denunciato che “il popolo haitiano rimane nella morsa di una delle peggiori crisi dei diritti umani degli ultimi decenni, e di una grave emergenza umanitaria”. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite nei soli primi tre mesi del 2023, il numero di omicidi denunciati ufficialmente è aumentato a livello nazionale del 21% rispetto all'ultimo trimestre dell'anno precedente: ben 815 contro 673. Anche il numero di rapimenti è cresciuto in modo inquietante, passando da un totale di 391 a 637 (con un aumento del 63%).
(NFA/AP) (Agenzia Fides 22/5/2023)


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