Bamako (Agenzia Fides) – Guerra di propaganda tra le due maggiori formazioni jihadiste operanti in Mali, il Gruppo di sostegno all'Islam e a i musulmani (GSIM, conosciuto pure con la sua sigla in arabo JNIM), affiliato ad Al Qaida, e lo Stato Islamico nel Grande Sahara (EIGS noto pure come IS Sahel). Attraverso i rispettivi social media i due gruppi affermano di aver inflitto pesanti perdite al proprio avversario. Il GSIM afferma di aver ucciso almeno una quarantina di uomini dell’EIGS, mostrando un video del campo di battaglia comprendente pure riprese da un drone. Nel video si vedono in corpi degli avversari uccisi e numerose armi catturare al gruppo rivale. Lo scontro sarebbe avvenuto il 7 dicembre a sud di Tessit nelle regione di Gao. Si tratta di un’area non lontana dalla cosiddetta zona delle “tre frontiere” perché adiacente ai confini del Mali con il Niger e il Burkina Faso.
Entrambi i gruppi pur basati in Mali, agiscono sia in Niger sia in Burkina Faso dove ampie zone del suo territorio sono sotto controllo dei jihadisti.
L’EIGS a sua volta afferma di aver ucciso 100 combattenti del GSIM nella regione di Ménaka località ancora più vicina alla zona delle tre frontiere, che è controllata dalla branca locale dello Stato Islamico. Proprio dall’area di Gao o da quella di Ménaka sarebbe stato girato il video diffuso il 13 dicembre della cerimonia che si è svolta probabilmente alla fine di novembre di giuramento di fedeltà al nuovo “Califfo” dello Stato Islamico, Abou al-Hussein al-Husseini al-Qourachi, che ha preso il posto Abu al-Hasan al-Hashimi al-Qurashi, ucciso in Siria a metà ottobre.
La cerimonia ripresa dal video è stata una vera dimostrazione di forza da parte dell’EIGS con la presenza di centinaia di combattenti che sfoggiavano non solo armi leggere ma pure armi antiaeree pesanti come mitragliatrici poste su 4x4, in grado di abbattere elicotteri o aerei e una quantità enorme di motociclette, il mezzo preferito dai diversi gruppi armati che operano nel Sahel per condurre i loro raid mortali. Inoltre la presenza di così tanti combattenti raggruppati in pieno giorno in un’area desertica priva di ripari dimostra come il gruppo non teme di essere oggetto di attacchi aerei dopo il ritiro dei militari francesi della forza Barkhane.
Ricordiamo che in Mali non si ha ancora notizia di p. Hans-Joachim Lohre, il missionario d’Africa di nazionalità tedesca scomparso domenica 20 novembre dalla capitale Bamako (vedi Fides 22/11/2022). Secondo alcuni esperti i presunti autori del rapimento del missionario sarebbe probabilmente appartenenti al GSIM che dispone di “cellule” attive nella capitale. (L.M.) (Agenzia Fides 16/12/2022)