ASIA/AZERBAIGIAN - Una scheda sul paese

sabato, 10 settembre 2005

Baku (Fides) - La storia dell'Azerbaigian è legata alle grandi culture fiorite in Mesopotamia, in Iran e Irak. La parola Azerbaigian si traduce “paese dei fuochi”. Ciò si riferisce al fenomeno naturale dei fuochi dei giacimenti del petrolio.
Per due secoli sotto il controllo russo, e Repubblica federata nell'ambito dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss), l'Azerbaigian ha proclamato l'indipendenza il 30 agosto 1991, entrando due anni più tardi a far parte della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi). Il 12 novembre 1995 è stata approvata la nuova Costituzione: il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio diretto, è anche capo delle forze armate e capo del Governo.
Il Parlamento è costituito da una sola Camera, l'Assemblea Nazionale, composta da 125 membri. Il 12 ottobre 1997 un accordo con l'Armenia ha chiuso, dopo nove anni di guerra, la questione del Nagorno-Karabakh. Si tratta di una provincia annessa da Stalin nel 1921 all'Azerbaigian, abitata in prevalenza da armeni e che si è autoproclamata nel 1989 repubblica indipendente. Il Nagorno-Karabakh gode oggi di un'ampia autonomia ed è collegato all'Armenia da un “corridoio”.
Presidente della Repubblica è Ilham Aliev, succeduto a Heydar Aliev, che accolse Papa Giovanni Paolo II nella sua visita del maggio 2002.
Il paese confina a Nord con la Georgia e la Russia, a Sud con l'Iran e a Ovest con l'Armenia. Si affaccia sul Mar Caspio a Est. Il territorio si estende sull'estremità orientale del Grande Caucaso (Nord) e sui rilievi del Piccolo Caucaso (Sud) ed è attraversato dalla valle del fiume Kura. L'Azerbaigian occupa una superficie di 86.600 chilometri quadrati, paragonabile all'estensione dell'Austria o del Portogallo.
La piaga principale della società è la miseria che tocca la gran parte della popolazione. Il salario medio è di 13-15 dollari al mese e il desiderio di emigrare è enorme. Un milione di azeri vivono in Russia, separati dalle famiglie per guadagnare di più. Sembra che la maggior parte della popolazione viva grazie all'aiuto di questi emigrati che è molto consistente. La gente sopravvive grazie al sistema della famiglia allargata, ancora solida, e al sistema dei clani.
Il paese ha grande possibilità di sviluppo economico, per la presenza di giacimenti di petrolio e di gas naturale. Dopo lo scioglimento dell'Urss tutta l'industria è rimasta paralizzata. L'unica industria che funziona è quella del petrolio: estrazione ed esportazione, che ha attratto diverse compagnie estere, ma il tasso di disoccupazione è al 40-50%. (PA) (Agenzia Fides 10/9/2005 righe 26 parole 277)


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